Un attacco diretto al Direttore: la linea editoriale de la Repubblica non va, “non riesce a intercettare nuovi lettori e ha allontanato il tradizionale pubblico di riferimento della testata”. Una critica netta all’Azienda: “Le strategie del management sono frutto di previsioni errate e di risultati ancora non sufficienti a garantire l’equilibrio dei conti, in particolare nello sviluppo del digitale”. 

Con queste parole l’Assemblea delle giornaliste e dei giornalisti del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari respinge il progetto di nuovi, ulteriori, prepensionamenti e chiede un piano editoriale con “totale revisione delle scelte e strategie” attuate finora. Consegna al Comitato di redazione un pacchetto di cinque giorni di sciopero “qualora non arrivino le risposte richieste”. L’assemblea dopo il cambio di linee editoriali non si oppone alla riduzione del costi del lavoro, ma basata su due principi: chi va via deve farlo volontariamente, chi va via deve essere sostituito. 

netto e radicale

Comincia così il comunicato pubblicato sul giornale del 16 dicembre: “L’Assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica contesta in modo netto e radicale il piano di tagli proposto per l’ennesima volta dall’Azienda alla redazione. Una politica assolutamente inadeguata per garantire la stabilità economica della testata che anzi verrebbe ulteriormente impoverita di un patrimonio di esperienze e competenze”.
L’Assemblea dà quindi mandato al Cdr “di vincolare qualsiasi apertura di trattativa sindacale alla presentazione di un chiaro ed esaustivo piano editoriale, nel quale siano circostanziati: gli investimenti necessari per il rilancio della testata, gli obiettivi che ci si propone di raggiungere con organici ulteriormente ridotti nonché i progetti che coinvolgono le redazioni nel loro complesso. E chiede all’azienda di indicare quali siano le scelte per la crescita dei ricavi, in particolare della componente digitale, perché siano adeguate alle sfide del mercato editoriale”.

previsioni errate

C’è poi l’indicazione delle responsabilità, i motivi per cui si è arrivati a questo punto di crisi: “Pur riconoscendo il momento di difficoltà di questa fase di grandi cambiamenti, i risultati economicamente negativi sono da ascrivere anche alle scelte della linea editoriale che non riesce a intercettare nuovi lettori e che ha allontanato il tradizionale pubblico di riferimento della testata Repubblica; ma anche alle strategie del management, frutto di previsioni errate e di risultati ancora non sufficienti a garantire l’equilibrio dei conti, in particolare nello sviluppo del digitale. Scelte e strategie di cui l’assemblea chiede totale revisione”.
Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica -conclude il comunicato sindacale- “in questi anni hanno dimostrato un grande spirito di sacrificio e un forte legame affettivo con il giornale ma non sono disposti ad essere gli unici a pagare ancora una volta il conto di decisioni spesso non condivise, anzi non di rado contestate dalla redazione stessa”.
Viene affidato quindi al Comitato di redazione un pacchetto di cinque giorni di sciopero “da utilizzare qualora non arrivassero le risposte richieste prima dell’apertura di una trattativa sulla riduzione dei costi del lavoro, che dovrebbe basarsi su due principi: totale volontarietà delle uscite e reintegro dei numeri redazionali”.

(nella foto, Maurizio Molinari)

1 commento

  1. Solidale con l’assemblea dei giornalisti di Repubblica: hanno ragione! linea editoriale lontana anni luce da quella conosciuta dal pubblico di riferimento, specie quello più anziano e cha ha conosciuto la Repubblica degli anni 70. 80, 90…

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