Il Senato ha approvato in via definitiva la legge delega al governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea. Nel testo, anche la norma che introduce il divieto di pubblicazione, sia integralmente sia per stralci, delle ordinanze di custodia cautelare, battezzata dalle opposizioni e dalle istituzioni dei giornalisti “legge bavaglio”. Secondo la Federazione della Stampa con norme come questa “si sta smontando l’articolo 21 della Costituzione” sulla libertà di stampa. Fnsi fa appello al presidente Mattarella affinché non firmi la legge.
A difenderla è Azione, che ne vanta la paternità, essendo il frutto di un emendamento riformulato alla Camera dal calendiano Enrico Costa in chiave più esplicita e restrittiva.
“finto garantismo”
La segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante ha detto che “la norma Costa, dietro un velo di finto garantismo, farà calare il silenzio sul diritto dei cittadini ad essere pienamente informati. Pezzo dopo pezzo, questa politica sta smontando l’articolo 21 della Costituzione e la possibilità per i cittadini di avere coscienza e di formarsi una propria opinione. L’Europa chiede tante cose all’Italia: misure contro le querele bavaglio, una governance Rai indipendente, retribuzioni adeguate per i giornalisti, eppure di tutte queste cose non c’è traccia nelle battaglie garantiste di politici che difendono il potere”.
“Pur comprendendo tutte le difficoltà del caso, la Federazione nazionale della Stampa italiana rinnova l’appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a non firmare norme che possono rappresentare un attacco al diritto di essere informati. Il discrimine non è tra dare o meno una notizia, ma è tra scrivere una notizia documentata, oppure scriverla senza potersi appoggiare sulle parole di un giudice che quando motiva una sua decisione sceglie termini precisi e rigorosi. Difficili da parafrasare e sintetizzare”.
intervento dell’ordine
“L’approvazione definitiva dell’emendamento Costa è un segnale preoccupante per la libera informazione e il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati”. A sostenerlo il Comitato Esecutivo dell’Ordine nazionale dei giornalisti. “I cronisti non potranno più citare anche semplici estratti delle ordinanze di custodia cautelare, ma solo elaborare sintesi. Questa ulteriore restrizione segue le norme che, in nome del giusto principio di presunzione di innocenza, stanno limitando fortemente la divulgazione di notizie riguardanti l’attività della magistratura. Ricordiamo che la stessa Direttiva europea (la 343/2016) sulla presunzione di innocenza richiama più volte la necessità di salvaguardare la libertà di stampa e di media in nome dell’interesse pubblico, mentre le norme approvate tendono a colpire solo i giornalisti”.
(nella foto, Alessandra Costante, segretaria Fnsi e Carlo Bartoli, Presidente dell’Ordine dei giornalisti)