Dalla mezzanotte del 26 marzo i redattori dell’Agenzia hanno proclamato altri due giorni di sciopero, dopo quelli del 21 e 22 marzo. Fanno parte del pacchetto dei 5 deliberati all’unanimità dall’assemblea di redazione del 18 marzo. Sempre all’unanimità, l’Assemblea ha affidato al Cdr altri 4 giorni di sciopero, per averne 5 a disposizione con quello residuo del pacchetto precedente.
Il 27 marzo il ministro Giorgetti risponderà in Parlamento alle interrogazioni sulla possibile vendita dell’Agenzia ad Antonio Angelucci, senatore della Lega, stesso partito del ministro.
impegni di riservatezza
Il nuovo sciopero è il risultato dell’incontro del Comitato di redazione con i rappresentanti dell’Azienda e con la Direttrice responsabile Rita Lofano. Azienda e Direttrice hanno affermato che Eni, proprietaria dell’Agi, “ha ricevuto una manifestazione non vincolante di interesse non sollecitata da parte di un soggetto interessato ad Agi, i cui contenuti sono soggetti ad impegni di riservatezza. A tale manifestazione è seguita una interlocuzione preliminare. Ad oggi non c’è un negoziato in corso e pertanto non e’ stato sottoscritto alcun accordo di vendita”.
L’assemblea le ha giudicate “rassicurazioni generiche che, anziché ridimensionarla, accrescono la preoccupazione di tutta la redazione. La battaglia contro la vendita al gruppo Angelucci dell’Agi, testata che per sua natura è oggi imparziale e autonoma da condizionamenti politici, è una battaglia per la stabilità occupazionale dei giornalisti e dei poligrafici; ma ancor di più è una battaglia a difesa del ruolo di informazione primaria delle agenzie di stampa che hanno nel loro dna indipendenza e pluralismo”.
sotto osservazione ue
Il Cdr ricorda che la possibile cessione dell’Agi è sotto osservazione dell’Unione europea, alla luce della Legge sulla libertà dei media (Media freedom act), provvedimento “rilevante – ha affermato la Commissione europea – per qualsiasi situazione di fusione dei media”.
Il Cdr sta valutando con l’Fnsi e le associazioni di stampa regionali tutte le azioni da mettere in campo per evitare la vendita dell’Agi e affinché l’agenzia possa restare sotto un editore che ha sempre garantito autonomia e indipendenza.
Il Cdr ha chiesto un incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Alberto Barachini, che ha la responsabilità dei rapporti con le agenzie di stampa e del sostegno all’informazione primaria.
Alessandra Costante, segretaria della Federazione della Stampa ha dichiarato: “La Federazione nazionale della Stampa italiana è ancora e sempre al fianco dei colleghi che lottano per l’indipendenza e l’autonomia della loro agenzia di stampa. L’informazione primaria non può essere lottizzata. Ci sarebbe piaciuto vedere la direttrice Rita Lofano partecipare alla lotta dell’assemblea di redazione”.
evidenza pubblica
Mercoledì 27 marzo il Governo dovrà chiarire in aula alla Camera i contorni della presunta vendita dell’Agi al Gruppo Angelucci. Lo rendono noto i democratici Peppe Provenzano, che ha già depositato un’interrogazione a cui il Governo non ha risposto, e Stefano Graziano, capogruppo dem in Commissione di Vigilanza Rai. Al question-time dovrà rispondere il ministro Giorgetti che, fanno notare i democratici, “si trova in un eclatante conflitto d’interesse dal momento che dovrà avallare – o ha già avallato secondo alcune indiscrezioni stampa – la vendita di un’agenzia giornalistica indipendente di proprietà di Eni, società di cui è azionista il Mef, a un deputato del suo stesso gruppo parlamentare. Il ministro Giorgetti dovrà dirci: se corrispondano al vero le notizie riportate con insistenza in questi giorni in merito alle trattative in corso per la vendita dell’agenzia Agi ad Angelucci; per quali ragioni non sia stata intrapresa una procedura ad evidenza pubblica; quali sono le garanzie sull’autonomia e l’indipendenza giornalistica e gli effetti sull’organizzazione futura dell’agenzia”.
(nella foto, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti)