L’editore Gedi ha perduto ogni credibilità. Il suo atteggiamento è vergognoso e inaccettabile. Parola del Comitato di redazione de La Stampa, dopo la vendita a Msc Crociere del Secolo XIX. Che adesso chiede “fatti e non chiacchiere”, e proclama lo stato di agitazione.
“Non abbiamo più fiducia nelle rassicurazioni di questo management e di questa azienda”, scrive a sua volta il Cdr de la Repubblica.
smentite ripetute
“L’annuncio da parte di Gedi della firma di un preliminare di intesa col gruppo Msc per la cessione del Secolo XIX -si legge nel comunicato dei rappresentanti sindacali de La Stampa- conferma la perdita totale di credibilità dell’editore che solamente la scorsa settimana, pur a fronte delle voci sempre più ricorrenti e a domanda diretta, aveva negato ai rappresentanti della redazione l’esistenza di ogni trattativa, smentendo anche azioni o sollecitazioni volte alla ricerca di possibili acquirenti”.
Non è la prima volta -testimonia il Cdr de La Stampa- che nel volgere di pochi giorni si concretizza quanto Gedi smentisce: “E’ una vergogna, è un atteggiamento inaccettabile, non rispettoso della redazione e dei rapporti col Cdr, che dovrebbero essere sempre improntati alla massima correttezza e trasparenza”.
incontro urgente
Per il Comitato di redazione, che esprime tutta la sua solidarietà ai colleghi liguri, la cessione del Secolo XIX apre ora un serissimo problema rispetto al piano di prepensionamenti e di riorganizzazione in atto a La Stampa: “Questo piano va ora rivisto radicalmente, dal momento che la nostra presenza sul territorio ligure è garantita da un hub condiviso con una testata che viene ceduta”.
Per recuperare la fiducia, a questo punto, l’editore “dovrà dimostrare con atti concreti, e mezzi aggiuntivi rispetto ai piani attuali, la volontà di mantenere la presenza de La Stampa nelle sue storiche province di diffusione liguri, come peraltro ci è stato garantito nell’ultimo incontro e per questa ragione richiediamo un incontro urgente con l‘amministratore delegato del gruppo Gedi Maurizio Scanavino, riservandoci la possibilità di attuare le forme di protesta che riterremo opportune”.
promesse generiche
Fin da subito il Cdr dichiara lo stato di agitazione e blocca qualunque iniziativa editoriale extra quotidiano. Fino a quando non saranno ristabilite corrette relazioni sindacali.
“Apprezziamo -conclude il Cdr- la volontà espressa da Gedi di voler valorizzare la Stampa come testata nazionale nell’ambito delle strategie di Gedi, ma promesse generiche non ci bastano più. Servono fatti concreti e comunicazioni più trasparenti e più tempestive. Serve soprattutto un piano industriale ed editoriale che individui risorse umane, professionali e finanziarie in grado di realizzare concretamente il ‘progetto di media-company digitale forte, innovativa e dinamica’, annunciato dall’ad Scanavino e per mantenere intatto il perimetro territoriale del quotidiano. Fatti, insomma, non chiacchiere”.
un pezzo alla volta
E il Cdr de la Repubblica: “Il progetto di dismissione di quello che è stato il più importante gruppo editoriale italiano, per numero di lettori e testate, continua. Finora, a fronte della volontà di tagli e riduzione del perimetro, non abbiamo visto altrettanta determinazione per costruire quel gruppo multimediale di cui tanto si parla ma poco si vede. Un grande gruppo editoriale è stato di fatto smantellato, un pezzo alla volta, e questo stillicidio di voci, illazioni e poi vendite è estenuante e non permette a nessuno di concentrarsi sul futuro. Non abbiamo più fiducia nelle rassicurazioni di questo management e di questa azienda, che nei fatti continua la strada dei tagli e del disimpegno, non avendo a cuore la nostra missione quotidiana, cioè il giornalismo”.
(nella foto, l’amministratore delegato Gedi, Maurizio Scanavino)