“In un’altra vita. In un altro mondo, ma sempre amico, Mauro, ovvero: il Giornalista”. Firmato Riccardo Monni. “Gli amici della segreteria di redazione si stringono ad Alessandra ricordando la gentilezza di Mauro”. “Un forte abbraccio ad Alessandra nel ricordo di Mauro Bene, della sua umanità, dedizione e passione civile. Mauro e Giovanna”.
Talvolta la morte svela i particolari di una vita. Leggendo i necrologi per la scomparsa di Mauro Bene, già Vicedirettore de la Repubblica e Direttore di Agl, si avverte un tono di sincerità e partecipazione che va oltre il dolore di prammatica. E viene fuori, a piccoli cenni, il ritratto di una persona che si è dedicata più alla sua missione che a se stessa.
crescita e sorpasso
Bene era uno degli ultimi “fondatori” de la Repubblica, quelli che c’erano -con Eugenio Scalfari- al varo del primo numero il 14 gennaio 1976. E che probabilmente hanno nostalgia per gli anni gloriosi della giovinezza, della crescita, del sorpasso sul Corriere della Sera, dell’acquisizione del prestigio internazionale. Bene aveva 23 anni quando è entrato nella redazione di piazza Indipendenza e c’è rimasto per altri 35, gli ultimi 15 da primo Vicedirettore.
La redazione Politica di Repubblica “si unisce al dolore dell’amica e collega Alessandra Longo. Gli insegnamenti e l’umanità di Mauro resteranno indelebili nella memoria di chi lo ha conosciuto “. La redazione di Milano di Repubblica rammenta “il suo sguardo ironico sul mondo”. Giovanni e Valentina “ricordano la sua gentilezza, la sua competenza”. Antonio Polito scrive: “Sei stato mio fratello per tanti anni, seduti fianco a fianco ogni giorno”. Gregorio, Fabio e Dario lo chiamano “anima di Repubblica, compagno di lavoro formidabile”. Luigi Vicinanza dice che “è stato protagonista di un giornalismo felice”. I colleghi del Venerdì parlano di “indimenticabile compagno di avventura che ha contribuito a far grande Repubblica”. Beatrice, Giulia e Giampiero descrivono “il compagno di tante serate piene di allegria”. L’ex Direttore Ezio Mauro “saluta con affetto e tristezza il costruttore di giornali, per tanti anni compagno di lavoro e di battaglia, ricordando la sua passione per Repubblica”. Dirigenti ed ex dirigenti Corrado Corradi, Stefano Mignanego, Roberto Moro e Carlo Ottino citano “le preziose doti umane e professionali”.
“testa e cuore”
“Ciao Maurino -scrive Massimo Giannini- sei stato amicizia e saggezza, generosità e ironia, testa e cuore di una comunità forte, appassionata e coesa che è stata molto più che un giornale”. E lo stesso Giannini firma l’addio nelle pagine della Cultura del 20 marzo. Fra l’altro, “non coltivava il potere e praticava la lealtà”, “eravamo ammirati dalla sua idiosincrasia per ogni forma di competizione con gli altri”, “se c’era da rimproverare un cronista per un buco Maurino non gridava: spiegava, perché così fanno i maestri”.
Alessandra Longo, firma de la Repubblica, inviata, inchiestista, è stata la sua compagna affettuosa e delicata, nei giorni più intensi e felici e in quelli difficili della malattia.
(nella foto, Mauro Bene, terzo da sinistra, fra Eugenio Scalfari, Rolando Montesperelli e Gianni Rocca)
Ciao Mauro, sei stato un grande giornalista, un amico, un collega sincero di Carlo ed è con lui che ti ho conosciuto. Fate una Repubblica bella come allora, tanto voi bravi siete quasi tutti lassù! Un bacio ad Alessandra.
Caro Andrea, Garibaldi, è uno dei tanti di cui ho letto per decenni il nome e cognome in gerenza, un cognome singolare. E’ fra i tanti che avrei voluto raccontare, in lungo, con skype, su youtube