La risposta della proprietà Eni non è arrivata e il Comitato di redazione dell’Agi ha proclamato i primi due giorni di sciopero sui 5 affidati dall’assemblea.
Inoltre, ritiro delle firme dal notiziario e dal sito. Restano a disposizione del Cdr gli ulteriori tre giorni di sciopero del pacchetto deliberato lunedì.
Il Cdr “in applicazione del mandato conferito all’unanimità dall’Assemblea dei redattori del 18 marzo scorso, proclama due giorni di sciopero a partire dalla mezzanotte del 20 marzo fino alle 23,59 del 22 marzo, constatata l’assenza di una tempestiva risposta ufficiale da parte dell’Azienda sul futuro assetto proprietario dell’agenzia. Nonostante le formali richieste di chiarimento sulle ipotesi di vendita, avanzate prima tramite il comunicato dell’Assemblea dei redattori e poi attraverso la richiesta formale di un incontro urgente presentata dal Cdr, l’Azienda finora non ha fornito alcuna risposta né ha ritenuto di doversi confrontare con l’organismo sindacale interno”.
Il Cdr ricorda che le insistenti indiscrezioni e notizie sulla possibile vendita dell’agenzia alla famiglia Angelucci (già proprietaria di Libero, Il Tempo, Il Giornale) arrivano poche settimane dopo la firma, avvenuta il 2 febbraio scorso, dell’accordo tra Cdr, Azienda e Fnsi sulla procedura di sospensione, destinata a determinare entro l’anno una sensibile riduzione dell’organico: “Un accordo – approvato con grande senso di responsabilità da parte dell’Assemblea dei redattori, a cui si era arrivati anche dopo le rassicurazioni verbali fornite dai vertici aziendali sull’assenza di trattative in essere per una vendita e in presenza di un piano strategico 2024-2027 volto ad “implementare la strategia di trasformazione in una news company”.
Il Cdr ricorda inoltre che “l’Eni negli anni si è dimostrato editore capace di salvaguardare i livelli occupazionali e di garantire sempre l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti, tutti elementi che sarebbero fortemente a rischio nello scenario prospettato di vendita al gruppo editoriale Angelucci. In questa possibile compravendita riteniamo sia in gioco la garanzia del pluralismo dell’informazione del Paese: un’agenzia di stampa, fonte primaria di informazione, e’ infatti per sua natura pluralista e imparziale”.
(nela foto, Rita Lofano, Direttrice Agi)