(S.A.) Nella serata del 28 aprile, lo schermo di “Che tempo che fa” ha accolto Franco Di Mare, giornalista di lungo corso, che ha condiviso con il pubblico la sua battaglia contro un nemico invisibile ma letale: l’amianto.

Con voce ferma ma carica di emozione, Di Mare ha rivelato il drammatico percorso iniziato con la scoperta di un tumore provocato, secondo il suo racconto, dall’esposizione a questo materiale, spesso presente in ambienti di lavoro senza che le persone ne siano consapevoli. “Ho preso un tumore molto cattivo, un mesotelioma inguaribile”, ha detto il giornalista.

In mezzo al dolore e alla consapevolezza dei rischi, Di Mare ha voluto trasmettere un messaggio di fiducia nel progresso scientifico: “Dire che con questo finiscono le speranze non è vero -ha affermato, rivelando la sua determinazione nel continuare a credere nella ricerca- Sono qui a festeggiare una soluzione che potrebbe essere scoperta, speriamo che non sia così lontana”.

Fabio Fazio, conduttore del programma sul Canale 9, ha presentato il libro di Di Mare, “Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi”, pubblicato da Sem. Non è solo un resoconto della vita del giornalista, ma anche un invito alla riflessione sull’importanza della solidarietà:”Nella malattia, c’è bisogno di un’idea di comunità intorno al malato”, ha detto Di Mare.

Di Mare ha espresso il suo sdegno per il trattamento ricevuto dai vertici della Rai: “Quando mi sono ammalato ho chiesto di avere lo stato di servizio, con l’elenco delle missioni, per supportare la diagnosi. Ho mandato almeno 10 mail, dall’Amministratore delegato al Capo del personale. Nessuna risposta. Da tutta la Rai, da tutti i gruppi dirigenti. Capisco che ci siano ragioni sindacali e legali -spiega- Io chiedevo lo stato di servizio, l’elenco dei posti dove sono stato per sapere cosa si potrebbe fare. Non riesco a capire l’assenza sul piano umano, persone a cui davo del tu si sono negate al telefono. Trovo un solo aggettivo: è ripugnante”.

Le accuse si concentrano su Fabrizio Salini (ad negli anni 2018-2021) e Carlo Fuortes (2021-2023), insieme ai responsabili del personale e legale Felice Ventura e Francesco Spadafora. 

Roberto Sergio, attuale ad della Rai, e Giampaolo Rossi, direttore generale, hanno dichiarato di essere venuti a conoscenza della situazione solo il 28 aprile 2024 e si sono impegnati a fornire tutto il supporto possibile a Di Mare.

La ricostruzione della vicenda indica che Salini potrebbe essere stato a conoscenza della situazione prima di lasciare l’incarico, mentre Fuortes potrebbe aver gestito la questione tramite gli uffici competenti.

Roberto Sergio e Giampaolo Rossi sono ora responsabili della ricostruzione degli eventi. L’inchiesta preliminare indica che la pratica di Di Mare è bloccata all’Inail, l’ente che deve certificare il legame tra le sue trasferte e la malattia. La richiesta di transazione avviata dai suoi legali è stata temporaneamente sospesa dall’azienda in attesa di questa certificazione, essenziale per evitare possibili rischi di danno erariale.

Franco Di Mare ha avuto una carriera giornalistica di grande rilievo. Ha iniziato nel 1980 come cronista giudiziario per l’Unità e successivamente è stato corrispondente da Napoli per Aga e Radiocor. Nel 1983 è diventato giornalista professionista e ha lavorato come redattore ordinario per l’Unità a Roma, diventando poi inviato speciale e caporedattore.

Nel 1991 è entrato a far parte della Rai, lavorando nella redazione esteri del TG2 come inviato speciale, coprendo conflitti come la Guerra dei Balcani e facendo reportage da zone calde come l’Africa e l’America centrale. Ha seguito i conflitti in Medio Oriente e le elezioni presidenziali in varie parti del mondo. Dal Kosovo ha portato in Italia Stella, una bambina che ha adottato.

Di Mare ha anche condotto programmi su Rai 1, come “Unomattina Estate” e “Sabato e domenica”. E’ diventato vicedirettore di Rai 1 nel 2019 e direttore generale dei programmi del giorno della Rai nel 2020. Nel 2020 ha assunto la direzione di Rai 3, guidando progetti editoriali come lo speciale dedicato al 40º anniversario della Strage di Ustica.

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