Quattro partigiani giornalisti sono stati uccisi a Roma dai nazifascisti dopo l’8 settembre 1943: Eugenio Colorni, Riziero Fantini, Enzio Malatesta, Carlo Merli. Parleranno di loro Carlo Picozza e Gianni Rivolta, venerdì 19 aprile alle 15 all’Associazione Stampa Romana, in piazza della Torretta 36. Picozza e Rivolta sono autori del libro “La Resistenza dimenticata”. Dal 25 aprile dell’anno scorso, una lapide alla “Torretta”, sede dell’Ordine dei giornalisti e di Stampa romana, ricorda il sacrificio dei quattro partigiani giornalisti.
Enzio Malatesta, già deputato socialista di Novara, a Roma nel 1940, è caporedattore al Giornale d’Italia. Dopo l’8 settembre 1943, con Carlo Merli, anche lui giornalista e milanese di nascita, e diversi ufficiali dell’esercito, aderisce al Movimento comunista d’Italia-Bandiera rossa. La formazione mette a segno, nei cinema romani un volantinaggio antifascista. Nel raggruppamento si infiltrano spie naziste: Malatesta, Merli e Gino Rossi, detto Bixio, colonnello dell’esercito, sono arrestati e condannati a morte dal Tribunale di guerra tedesco. Vengono fucilati il 2 febbraio 1944. Malatesta ha 29 anni, Merli 30.
Eugenio Colorni, socialista, è arrestato a Trieste e finisce al confino nell’isola di Ventotene, dove, con Ernesto Rossi, collabora con Altiero Spinelli alla stesura del Manifesto per un’Europa libera e unita. Caduto il fascismo, dopo il 25 luglio 1943, torna a Roma. Sandro Pertini lo vuole redattore capo dell’Avanti clandestino. Giorni prima dell’arrivo degli Alleati a Roma, in via Livorno, incappa in una squadra di fascisti della banda Koch che lo ferisce. Muore nell’ospedale San Giovanni due giorni dopo. È il 30 maggio 1944, ha 35 anni.
Riziero Fantini nasce a Coppito, frazione dell’Aquila, in una famiglia povera. A diciotto emigra negli Stati Uniti d’America; a Boston lavora come badilante e sterratore e frequenta le scuole serali. Si inserisce negli ambienti anarchici, conosce Sacco e Vanzetti, legge le opere di Jack London e comincia a scrivere con lo pseudonimo “Jack” sulle riviste La Scintilla, il Settimanale e altre diffuse tra gli emigrati italiani. Con alcuni compagni, lascia gli Usa e a piedi percorre l’America centrale per “fare politica” e proseliti tra i peones. Negli anni Venti torna in patria, anima la campagna per la liberazione di Sacco e Vanzetti e collabora con Umanità Nova, La Frusta, Libero accordo e la Fede. Nel 1940 si stabilisce a Roma, a Montesacro, si colloca tra le fila dei comunisti e lavora alla ricostituzione della rete clandestina nel quartiere. Ma anche a Città Giardino si infiltrano le spie. Il 20 dicembre i nazisti incarcerano Riziero Fantini. Lo portano a via Tasso e poi a Regina Coeli. All’alba del 30 dicembre viene fucilato.
Carlo Picozza è laureato in Sociologia a Trento, ha lavorato al Messaggero, Affari & Finanza, la Repubblica, dove tuttora collabora. Ha scritto “L’innovazione dimezzata” (Franco Angeli, 1988, con R. Ortu), “Le isole Ponziane” (Vianello libri, 1998), “Giornalisti, errori e orrori” (Mare nero, 2000; Gangemi, 2004, con F. Raso), “La patella e lo scoglio” (Gangemi, 2009, con G.M. De Rossi), “Maladolescenza” (Media&Books, 2020, con M. Belli), “Sos scrittura” (Media&Books, 2020, con F. Raso e S. Strati). Dal 2013 è consigliere dell’Ordine dei giornalisti del Lazio per il quale ha gestito la formazione dal 2013 al 2021 e scritto “Gli esami finiscono, eccome” (2015, ristampato nel 2020 da Media&Books). “Cronista dell’anno” 2007, è tra i fondatori della Rete Nobavaglio.
Gianni Rivolta, giornalista freelance, ha collaborato con la cronaca romana del Messaggero, della Repubblica e con la Rai. È stato direttore responsabile della Gazzetta dell’Undicesima, mensile dell’XI Municipio di Roma (oggi VIII). È autore di “Garbatella mia” (2003), “Quaderno della Resistenza. Garbatella-Ostiense” (2006), “I Ribelli di Testaccio, Ostiense e Garbatella”, “Cara Garbatella” (2006) e, per Iacobelli editore, “Garbatella, tra storia e leggenda”, (2010), “Le ragazze del ‘58” (2011), “La tenuta delle Tre Fontane” (2015), “Garbatella 100. Il racconto di un secolo” (2020).