Dodici maggio 2024, il cantante Fabio Rovazzi (ha fatto fortuna con il brano “Andiamo a comandare”) fa una diretta Instagram nella quale risponde alle domande dei suoi fans. Sono collegate circa 400 persone. Improvvisamente si vede un ragazzo avvicinarsi da dietro, il primo piano del giovane divo non c’è più, l’immagine è mossa, il collegamento s’interrompe. Poco dopo Rovazzi fa sapere che il cellulare con il quale stava facendo la diretta gli è stato rubato, appunto in diretta. Molti giornali pubblicano la notizia anche con un certo rilievo.
Ventiquattr’ore più tardi Rovazzi rivela: “Ho pensato ad un’idea divertente di marketing da utilizzare per lanciare in maniera inusuale l’uscita del mio brano con Il Pagante, senza preventivare che questo potesse creare un cortocircuito mediatico così ampio”. Nessuno scippo, dunque, ma una trovata di marketing per lanciare il nuovo singolo ‘Maranza’.
Rovazzi è finito al centro di grandi polemiche, da parte del sindaco di Milano Sala, dell’assessore alla Casa Maran, l’idea di citare il cantante per danno d’immagine.
Ma il problema non è Rovazzi. Il problema sono i giornali che hanno pubblicato senza chiedersi se era tutto vero. Senza fare qualche telefonata di controllo, in questura per esempio: Rovazzi ha fatto una denuncia? Se sì sarebbe bastato attribuirgli la versione dei fatti e non sposarla.
Oggi che tutti fanno comunicazione e usano la comunicazione, in particolare quando di tratti di personaggi famosi nelle redazioni si deve stare più attenti che mai.
(lavipera)