Settimana dal 6 all’11 maggio 2024 sui principali giornali italiani in prima pagina le firme femminili sono il 20% delle totali e solo l’11% per commenti ed editoriali. Un giorno è uscito solo un commento firmato da una donna su 15 giornali. La notizia è in testa alla ultima puntata della “Rassegna sui generis”, realizzata da GiULiA Giornaliste leggendo Corriere della Sera, Repubblica, Stampa, Giornale, Messaggero, Avvenire, Domani, Fatto quotidiano, Sole 24 ore, Manifesto, Libero, Verità, QN, Gazzetta dello Sport, Tuttosport. I dati precisi sono questi: firme in prima pagina: 1027 uomini, 290 donne; editoriali e commenti in prima pagina: 178 uomini e 20 donne; interviste: 280 uomini e 79 donne
COME ARMI. Molto spazio agli Stati Generali della natalità, a Roma. Papa Bergoglio l’ultimo giorno ha detto che “i contraccettivi sono come armi, i primi impediscono la vita, le seconde la distruggono”. Alcuni giornali hanno nascosto la frase fra le altre proposte di Francesco sugli aiuti alle madri, pochi ci hanno titolato, come La Stampa e il Corriere.
CULLE E WELFARE. Per combattere le culle vuote (siamo a 379mila nati ogni anno, ne servirebbero 500mila per invertire il calo demografico) si dice che servirebbero misure strutturali. Funzionano, grazie a welfare e asili, racconta il Corriere, in Alto Adige, che ha il tasso di fertilità più alto d’Italia: 1,64 figli per donna contro una media dello 1,2, insieme, guarda caso, a un tasso di occupazione femminile del 70%, contro una media italiana del 55%, in fondo alla classifica europea.
PART TIME. Quello che succede, come ha raccontato il rapporto “Da conciliazione a costrizione. Proposte per l’equità di genere e la qualità del lavoro” del Forum delle diseguaglianze e diversità ripreso da molti quotidiani, è poi che Il 75% dei lavoratori part time sono donne e la metà del totale è involontario. Secondo Save the children, il 72% delle convalide di dimissioni tra i neogenitori riguarda, ovviamente, le donne, 1 su 5 dopo il parto.
DRAGHI ADDIO. Intanto, racconta Repubblica, il Governo affossa il Family act varato dal governo Draghi: dei quattro pilastri previsti (aiuti per spese di scuole e nidi, estensione dei congedi di paternità, incentivi al lavoro femminile e alla conciliazione, formazione dei figli) resta solo l’assegno unico fino ai 21 anni.
SESSO E PENSIONE. Fortunate le escort belghe: da Libero si apprende che il Belgio è il primo paese al mondo a disciplinare il sesso come professione, riconoscendo maternità, ferie, pensione.
MINISTRA E CENSURA. Alla kermesse sulla natalità contestazione della ministra delle Pari opportunità Eugenia Roccella da parte di un gruppo di ragazze del collettivo Aracne. La ministra ha deciso di andarsene e ha parlato di censura. Ne è nata una discussione sui giornali sulla differenza tra censura, dall’alto e contestazione, dal basso. Anna Paola Concia su Qn sostiene che averle impedito di parlare è un boomerang: si sarebbe dovuto lasciarla intervenire e poi incalzarla sui temi della 194. Chiara Saraceno sulla Stampa invita la ministra a non temere le contestazioni e le studentesse ad aprirsi al dialogo.
SORELLANZA FEMMINISTA. Intervistata dal Corriere, Roccella, che ha ricevuto la solidarietà del presidente Mattarella, accusa sostanzialmente di confusione e scarsa sorellanza le nuove femministe e cita “i vari Saviano, Scurati, Lagioia, Valerio”, dicendo che vorrebbe sentirne la solidarietà. Chiara Valerio risponde: “Sostengo il suo diritto di parola, spero che lei accolga quello di dissentire”. E aggiunge: “Mi preoccupa che un ministro chieda di essere difeso da un cittadino”.
VIOLENZA DI GENERE. Il caso della settimana è quello dell’avvocato di Varese Matteo Manfrinati che ha sfregiato la ex Lavinia Limido e ucciso il suocero Fabio Limido. Su Repubblica nel sommario si scrive: “L’uomo aveva il divieto di avvicinamento. Forse il figlio conteso dietro il massacro”. Insomma, aveva i suoi motivi. Sul Corriere, dove viene pubblicata una foto di lui che ride mentre lo arrestano, lo si descrive come “un uomo spaventato dagli imprevisti”. In realtà, come nel caso Cecchettin, la storia cambia quando a prendere la parola sono i parenti, in questo caso la madre, avvocata, della sopravvissuta, Marta Criscuolo, che racconta il dramma di una famiglia che da almeno 2 anni conviveva con la paura. L’uomo era processo per stalking, doveva comparire in aula il 4 giugno prossimo. Il pm aveva chiesto l’arresto, ma il gip aveva preferito applicargli il divieto di avvicinamento. Lo stesso giorno a Parma un detenuto in semilibertà, nel corso di una lite con la moglie le ha scagliato dell’acido sul viso e l’ha colpita con una coltellata al fianco, in modo non grave.
REDDITO MIRAGGIO. Federica Pennelli su Domani traccia un bilancio fallimentare del “reddito di libertà”, la misura studiata per dare sostegno economico alle vittime di violenza. Il reddito infatti resta ancora un miraggio, tra burocrazia, finanziamenti inadeguati e tempi di attesa lunghissimi. Le risorse disponibili bastano a soddisfare meno di metà delle richieste.
SENZA CONSENSO. E Linda Laura Sabbadini su Repubblica stigmatizza il voto con cui il Parlamento europeo ha approvato definitivamente la direttiva sulla violenza contro le donne, senza inserire le molestie sul lavoro e il reato di stupro inteso come sesso senza consenso. Sabbadini rilancia affinché l’Italia lo inserisca nella legge italiana, in ossequio a quanto prescrive la Convenzione di Istanbul, che Roma ha ratificato nel 2013.
GRUPPO MARGINALE. Sul Sole 24 ore la giurista Alessia Farano sostiene che più che da nuove fattispecie di reato si debba partire “dall’adeguata formazione degli operatori della giustizia per evitare tutti quegli stereotipi che costituiscono una vera e propria ‘ingiustizia epistemica’, per dirla con la filosofa Miranda Fricker: una persona non viene ritenuta credibile per il fatto di appartenere a un gruppo, in questo caso il genere femminile, marginalizzato”.
CHIESA MASCHILE. Avvenire parlando di “Smaschilizzare la Chiesa” pubblica un intervento della redazione della rivista Mosaico di Pace che chiede di dare spazio alla teologia di genere nella formazione di presbiteri e novizie. “Ogni discorso è vano se non si parte da se è quindi anche dai meccanismi di dominio sulle donne che si annidano nelle nostre comunità”.
TRUMP E SILVIO. Sul caso dell’interrogatorio in aula della pornostar Stormy Daniels che inguaia The Donald sulla Stampa di Maria Laura Rodotà per rimarcare la misoginia di Trump riabilita Berlusconi, mai accusato di stupro: “Il suo interesse era maniacale ma sincero. Trump palesemente le femmine le detesta!”.
SEPARAZIONE SBAGLIATA. L’inviata di Avvenire a Gerusalemme Lucia Capuzzi intervista May Pundak, avvocata israeliana, femminista e attivista per la pace, direttrice di “A land of all” , movimento nato nel 2020 da israeliani e palestinesi. May è figlia di Ron Pundak, architetto degli accordi di Oslo. “L’intesa di 30 anni fa non ha funzionato perché basata sulla separazione. La realtà ci parla di due popoli interdipendenti. Va aggiornata la visione”. May Pundak propone un modello che preveda due stati separati con istituzioni congiunte su alcune questioni comuni, come la gestione delle risorse idriche, il commercio, l’ambiente e la sicurezza. Con linee guida graduali che garantiscano libertà di circolazione e residenza. Utopia? “E’ accaduto anche in Irlanda, in Sudafrica e ora in Colombia. Il punto è cominciare”.
MADONNA E ROLLING. L’highlander Madonna si prende la sua rivincita: a 65 anni e dopo seri guai fisici ha portato sulla spiaggia di Rio 1,6 milioni di fan, senza un incidente, battendo il record dei Rolling Stones e portandosi pure i figli sul palco, da vera matriarca. Sul Giornale si parla di lei come la “nonnetta del pop”, citando Dagospia. I Rolling Stones sono dovuti arrivare a 80 anni per essere chiamati “nonnetti”.
PORTABANDIERA OLIMPICHE. La schermitrice Arianna Errigo, mamma di due gemelli di un anno: “Mio marito mi allena e condividiamo tutto anche i pannolini. Porto la bandiera per giovani e donne”.
MEGLIO ORSO. Ripresa soprattutto sui media online ma rimbalzata anche in commenti e polemiche sui cartacei, la “vexata quaestio” dell’orso. Se ci si perde in un bosco meglio incontrare un uomo o un orso? Alla domanda lanciata su Tik Tok e rivolta alle donne, la grande maggioranza ha risposto l’orso. Un pezzo uscito su La Svolta spiega, dati alla mano, perché hanno ragione.
(La “Rassegna sui generis” è frutto del lavoro di squadra di Paola Rizzi con Caterina Caparello, Gegia Celotti, Barbara Consarino, Laura Fasano, Paola Rizzi, Luisella Seveso e Maria Luisa Villa)
(nella foto, Madonna in concerto a Rio)
Ottimo articolo sul tema “Donne e Informazione” del quale non se ne parla quasi mai anche se nei telegiornali vediamo spesso donne che fanno “dirette e servizi vari”. Importante la notizia in
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che ci informa che: “il Belgio è il primo paese al mondo a disciplinare il sesso come professione, riconoscendo maternità, ferie, pensione”.
Attenzione ha la sua carica, come dire, di meta-programmazione sociale della welfare/previdenza che come si legge riguarda le donne ma in realtà riguarda tutta la società contemporanea e il suo fallimento.
Premesso che l’Italia e più in generale l’Europa niente o quasi ha da imparare dal Belgio, le donne che come professione praticano il sesso è difficile che convivano con le emozioni dell’amore con un uomo/cliente. Incentivare le professioni del sesso anche se soltanto dialetticamente significa fare un salto indietro per tutta la società e di secoli.
Le donne possono e debbono fare gli stessi lavori che fanno gli uomini e il sesso deve essere una scelta sempre volontaria e possibilmente d’amore in quanto se tra un uomo e una donna c’è sta in mezzo il Dio Denaro per entrambi non ci saranno mai emozioni.