I giornalisti de La7 versus Enrico Mentana. Chiedono all’unanimità che qualsiasi cambiamento organizzativo relativo al Tg sia accompagnato dalla presentazione da parte della Direzione di un piano editoriale scritto, da discutersi con il Comitato di redazione e da sottoporre poi alla valutazione dell’assemblea, come previsto dal Contratto nazionale di lavoro. Inoltre, le nuove organizzazioni del lavoro “non devono in alcun modo penalizzare gli ambiti di specializzazione dei colleghi”. La nuova organizzazione prevede la distribuzione dell’organico per “fasce”, senza tener sempre contro delle competenze.
Ci sono poi una serie di richieste all’Azienda, di proprietà di Urbano Cairo. Innanzitutto, l’adeguamento dell’organico del Tg, “divenuto insufficiente dopo l’uscita per pensionamento di numerosi colleghi”. Poi la stabilizzazione dei precari della redazione digitale e dei programmi di informazione; l’applicazione ai neoassunti a tempo determinato e indeterminato tutte le voci previste dal Contratto e degli accordi integrativi “unilateralmente disattesi dall’Azienda, applicazione già ripetutamente richiesta dal Cdr in tutte le sedi e le occasioni di confronto”.
Ancora: affrontare e risolvere il nodo del corretto inquadramento dei programmi, ai sensi delle norme che disciplinano la professione giornalistica, anche in merito alla testata di riferimento e alla loro Direzione. E riconoscere la professionalità dei giornalisti de La7 tramite l’attribuzione delle qualifiche di redattore esperto e redattore senior previste dal Contratto.
(nella foto, Enrico Mentana)
Un piano editoriale scritto se ci sarà, sarà privato ossia disponibile per i giornalisti soltanto oppure potrà essere anche disponibile per i telespettatori spesso considerati senza anima anche se La7 è brava ad oscurare questa realtà che è ben presente nel mondo dei media.
Intanto è importante il rilancio della redazione digitale e dei programmi di informazione perché a volte è più opportuno visionare il sito e non assistere alle trasmissioni: i confronti tra politici e direttori di giornali che si presentano in alcune trasmissioni interessano sempre meno o anche per niente.
Si dichiara esplicitamente che per la Sette, la pubblicità è importante (Giusto!), però si fa finta che i telespettatori non abbiano anima e si dà tutto e di più, quello che si dà spesso però non ha rilievo di informazione critica e documentaria, sempre s’intende in alcune trasmissioni.
Ben venga un piano editoriale scritto!