Il Comitato di redazione dell’Agi chiede all’Azienda e alla Direttrice le assunzioni concordate a fronte delle ultime uscite. E chiede risposte chiare su organizzazione del lavoro, stabilizzazione dei precari e situazione dei collaboratori. Mentre è sempre sul tappeto la questione della vendita dell’Agenzia al Gruppo Angelucci.
“A partire dal primo giugno -si legge nel comunicato del Cdr- l’organico dell’Agi ha perso ulteriori 7 unità, i colleghi che hanno aderito al piano di “isopensione” sottoscritto da Azienda e rappresentanza sindacale lo scorso febbraio. Un ridimensionamento (pari in sostanza al 10%) che imporrebbe una diversa organizzazione redazionale ed una rimodulazione dei relativi carichi di lavoro e dei turni, per riuscire a preservare la qualita’ e la tempestivita’ del notiziario, del sito e dei prodotti editoriali realizzati”.
Ma -dice il Cdr- la Direttrice responsabile non ha incontrato il Comitato di redazione, come invece sancisce l’articolo 34 del contratto nazionale, “e non ha ancora fornito alcuna indicazione in merito se non una generica mail del 27 maggio in cui si prospettava una riunione, senza fissare una data”.
Il Cdr, inoltre, sollecita Azienda e Direttrice a rispettare l’accordo sull'”isopensione”, che in questa prima fase prevede almeno due assunzioni, di cui al momento non si ha alcuna notizia certa, disattendendo così proprio l’accordo sottoscritto tra Azienda, rappresentanza sindacale, Fnsi e Associazioni sindacali regionali. Il Cdr ricorda anche che si è tenuto uno solo degli “incontri periodici” che le parti si erano impegnate a fissare “con l’obiettivo di valutare l’andamento del piano di uscite, la situazione del mercato di riferimento nonché l’andamento del piano di assunzioni, nella redazione centrale e nelle sedi regionali”.
Il corpo redazionale – gia’ alle prese da tre mesi con la complessa vertenza sindacale sull’ipotesi di cessione ad altro editore – “attende risposte chiare sull’organizzazione del lavoro, i percorsi di stabilizzazione dei colleghi precari e la situazione dei collaboratori, tanto più in un periodo in cui tra G7, elezioni europee e in vista delle ferie estive, i carichi di lavoro – a organizzazione dei turni e copertura h24 invariate – rischiano di essere insostenibili”.