(S.A.) La Corte di Cassazione stabilisce che il giornalismo d’inchiesta ha un rilevante ruolo sociale. La sentenza è della prima sezione Civile della Corte di Cassazione, pubblicata il 10 maggio 2024, e ribadisce principi fondamentali riguardanti il bilanciamento tra il diritto all’informazione e il rispetto della reputazione individuale. Questo pronunciamento è destinato ai giudici d’appello di un caso di presunta diffamazione risalente al 2018.

In quell’anno un professionista, citato in un’inchiesta giornalistica relativa ai Paradise Papers, aveva intentato causa contro gli autori dell’articolo. La lamentela principale riguardava l’omissione nel testo della precisazione che i fatti riportati, sebbene veri, risalivano a diversi anni prima della pubblicazione. Dopo essere stati condannati in primo e secondo grado, gli autori dell’inchiesta hanno visto la loro causa giungere fino alla Corte di Cassazione.

I Paradise Papers, una vasta raccolta di oltre 13 milioni di documenti finanziari sottratti a due società off-shore e condivisi con il giornale tedesco Süddeutsche Zeitung, rivelano investimenti di personaggi pubblici e fondi in paradisi fiscali. Questi documenti, distribuiti dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), svelano l’uso di società off-shore per beneficiare di leggi fiscali favorevoli e riservatezza. Tra i nomi coinvolti, la regina Elisabetta II, Bono Vox e Wilbur L. Ross, ministro del Commercio degli Stati Uniti. Mentre molti di questi investimenti non sono illegali, sollevano questioni etiche e politiche. Ad esempio, il fondo privato della Regina è stato investito in società accusate di pratiche scorrette, e Ross ha mantenuto legami con società legate a oligarchi russi sanzionati. Altri membri dell’amministrazione Trump e investitori russi in Facebook e Twitter hanno usato strutture off-shore. 

I principi fondamentali stabiliti dalla sentenza sono questi:

Interesse pubblico: l’interesse pubblico generale deve essere valutato tenendo conto del contesto sociale al momento della pubblicazione della notizia, non solo del momento in cui i fatti sono avvenuti. Questo principio sottolinea il ruolo cruciale del giornalismo nel fornire informazioni rilevanti per la collettività in tempo reale.

Doveri deontologici: la valutazione dell’interesse pubblico deve anche considerare il rispetto dei doveri deontologici di lealtà e buona fede da parte del giornalista. Questo implica la necessità di una ricerca accurata delle fonti e della loro attendibilità, garantendo così un bilanciamento equo tra il diritto alla privacy e la libertà di espressione.

Attualità e contesto: l’attualità della notizia deve essere valutata in relazione al momento della sua pubblicazione e al contesto sociale di quell’epoca. Questo approccio assicura che le notizie non perdano rilevanza a causa del passare del tempo, mantenendo il pubblico informato su questioni di interesse continuo.

La sentenza della Corte di Cassazione riafferma la legittimità e l’importanza del giornalismo d’inchiesta, riconoscendone il valore sociale e democratico. Allo stesso tempo, sottolinea la necessità di un equilibrio tra il diritto all’informazione e la tutela della reputazione individuale. I giudici d’appello, nel riesaminare il caso, dovranno tenere conto di questi principi per garantire una giustizia equa e rispettosa dei diritti costituzionali.

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