I nove giornalisti di The Hollywood Reporter Roma si sono dimessi, tutti assieme, “per giusta causa”. Spiegano di aver preso “una decisione estremamente sofferta, per non dire drammatica. Da mesi non ottengono lo stipendio, da mesi la società editrice di THR Roma appare incapace di offrire una qualsivoglia prospettiva realistica alla testata. Per mesi hanno continuato a lavorare e a realizzare con passione un giornale in condizioni che si sono fatte via via proibitive”. È per questo che hanno deciso di dimettersi dal 1° luglio 2024. L’avventura era cominciato ad aprile 2023. Edizione italiana di una testata prestigiosa americana, con cento anni di vita. Direzione a un nome importante come Concita De Gregorio, festa di lancio “hollywoodiana” a Palazzo Brancaccio a Roma con tanti ospiti dello star system, Alessandro Borghi, Ornella Muti, Riccardo Scamarcio, Claudia Gerini, Isabella Ferrari, Benedetta Porcaroli, Emma Marrone, Noemi, Aiello, Anna Foglietta, Serena Rossi, l’ex direttore creativo di Gucci Alessandro Michele, Fabio D’Innocenzo, le star di ‘Skam Italia’ Federico Cesari, Rocco Fasano, Pietro Turano e Pilar Fogliati. De Gregorio lascia la Direzione nel febbraio 2024.
“scelta sofferta”
“Una scelta sofferta -continua il comunicato dei redattori del 1° luglio- anche perché una testata leggendaria, un marchio formidabile come The Hollwood Reporter sicuramente ha tutte le potenzialità per conquistare uno spazio importante nel panorama editoriale italiano. I giornalisti di THR Roma lo hanno dimostrato: con i loro servizi, le loro interviste, i loro reportage, le loro esclusive. Ma tutto questo non basta quando viene meno il necessario sostegno e la necessaria spinta aziendale, un fondamento progettuale basato sui fatti e su scelte economiche in grado di offrire un futuro in un mercato notoriamente difficile e periglioso”. Le firme sotto il comunicato sono di Boris Sollazzo (Direttore), Pino Gagliardi, Roberto Brunelli, Livia Paccarié, Manuela Santacatterina, Martina Barone, Valeria Verbaro, Damiano D’Agostino, Viola Baldi.
lacrime e sangue
Su Instagram il Direttore Sollazzo ci tiene a precisare tre cose: 1) Le sofferenze iniziano da luglio 2023, a Venezia arriviamo già tutti con due mensilità arretrate e andiamo per la terza. I problemi partono da molto lontano. Una nota, per chi avesse voglia di deresponsabilizzarsi. 2) Quando a inizio febbraio accetto la direzione, so che sarà “menomata” e pur non avendo ricevuto le giuste informazioni sullo stato di salute della società proprio per quanto detto al punto 1, so che saranno lacrime e sangue. Ho accettato questa direzione solo per spirito di servizio, per proteggere i posti di lavoro e un progetto di valore. Lo stesso motivo per cui ora me ne vado. Perché non è più possibile farlo. Se avessi pensato a me stesso avrei preso una decisione ben diversa (come quando sono arrivati dei fondi e con il vicedirettore – a proposito Pino Gagliardi, grazie di tutto fratello – ci siamo fatti da parte perché tutti gli altri potessero prendere più stipendi arretrati possibili: il capitano prende l’ultimo salvagente, a costo di morire annegato, almeno così la pensa il sottoscritto) 3) Nonostante terremoti, difficoltà e affini, abbiamo lavorato bene e uniti. Così tanto che anche l’ultima sofferta (e che io sappia mai avvenuta prima) decisione l’abbiamo presa insieme.
Il 20 giungo l’editore, Gian Marco Sandri, rispondendo alla proclamazione di una serie di scioperi della redazione ha detto: “Pur comprendendone le ragioni, l’auspicio della Società Brainstore Media S.r.l. è quello che si possa, nel più breve tempo, tornare a lavorare insieme ai progetti e alle iniziative comunicati al Fiduciario e all’organo sindacale”. Sandri invitava la redazione a un confronto costruttivo sugli scenari futuri.
(nella foto, Boris Sollazzo)