Fabio Fazio lascia Oggi assieme al Direttore Carlo Verdelli, che lo aveva chiamato a collaborare due anni e mezzo fa, con Liliana Segre, Ferruccio de Bortoli, Giorgio Dell’Arti. Avevano già lasciato il Vicedirettore Pratellesi e l’art director Zingari. “Come sapete con questo numero si conclude l’esperienza di Carlo Verdelli alla direzione di questo giornale e con ciò si conclude anche questa rubrica”, scrive Fazio nell’ultima rubrica della sua serie “Senza impegno”, intitolata stavolta “Grazie di avermi accolto tra di voi”. Fazio ringrazia “innanzitutto Verdelli che mi ha voluto con sé. Lavorare con lui è stato un onore e un privilegio per l’amico e la persona speciale che è e per il giornalista assolutamente straordinario che è, nel vero senso della parola. Fuori da qualsiasi ordinarietà”. Poi, riassume il momento storico: “L’indignazione ha lasciato il posto alla rassegnazione, l’impegno all’indifferenza, l’io ha sostituito il noi. La crisi climatica riassume plasticamente tutto ciò e anche qui… nessuna seria opposizione, nessuna reazione, come se tutto fosse ineluttabile. Proprio per questo l’esperienza di questi due anni e mezzo su questo giornale mi è stata preziosa: per riflettere, per guardarmi dentro, per cercare di mettere insieme pezzi distanti fra loro. E per capire che ciascuno deve cominciare da sé stesso il che non è affatto poco. Non possiamo che fare la nostra parte: fare del nostro meglio per opporci a quel che ci sembra inevitabile”.
territorio digitale
Nel numero del 18 luglio c’è anche il saluto di Verdelli, che si è dimesso dalla Direzione per divergente visione con l’Editore Urbano Cairo sugli investimenti da fare. “Il vostro Oggi -scrive nell’Editoriale di saluto- è un giornale dalle radici forti e dalle fronde sempreverdi, che accompagna la storia d’Italia da ormai 85 anni. Negli ultimi due e mezzo è toccato a me custodire questo tesoro editoriale. L’ho fatto al massimo delle mie capacità, poche o tante che siano. Su mandato dell’editore che mi ha affidato questo privilegio, e insieme a una redazione allenata all’amore per questa testata, si è provato a rinverdirne il passato, immaginando insieme un possibile futuro. Perché proprio questo è il punto: quale domani progettare per giornali nati e fioriti nell’epoca della carta, adesso che la carta soffre per un passaggio d’epoca, e di clima, che impone di ripensare senza nostalgie i sistemi per affrontare il mondo nuovo che tutti ci ospita. Il vostro giornale sta gettando germogli anche in territori, come quello digitale, dove il settimanale degli italiani non può non allungare le fronde del suo giornalismo diretto, empatico, semplice. Un aggettivo solo: popolare, che è poi la chiave di un modo di informare che rispetti ogni diritto del pubblico e contempli il dovere per chi fa questo mestiere di spendere ogni energia per agevolargli la lettura e la conoscenza”.
strade nuove
Infine: “Lascio la direzione perché c’è un tempo per tutto. Il mio è stato quello della semina, della ricerca di strade nuove per portare in edicola, sulla rete e nei social, un settimanale che non c’era. Sarà Andrea Biavardi, che prenderà la direzione dal prossimo numero, a verificare se il lavoro fin qui tentato possa dare i risultati sperati. Non fosse così, la sua esperienza gli permetterà di correggere o cambiare la rotta, forte di un editore come Urbano Cairo che giustamente considera Oggi una pietra fondante della sua casa di carta”.
Sotto, il saluto dell’Editore Cairo: “Ringrazio Carlo Verdelli, per l’ottimo lavoro svolto alla guida di Oggi. Due anni e mezzo intensi durante i quali, pur in un contesto di mercato non semplice, ha rinnovato la formula editoriale del nostro giornale e ne ha sviluppato contestualmente il sistema multimediale. Sono certo che il suo ‘lavoro di semina e di ricerca di nuove strade’ non andrà perduto e anzi contribuirà a rinforzare le solide radici di Oggi”.
Purtroppo con il cambio di direzione e di alcune autorevoli collaborazioni, si è notato, a mio parere, un ritorno eccessivo ad articoli che privilegiano l’intrattenimento, il gossip. Assomiglia molto a tante altre riviste, evitando “nomi specifici”.Assai delusa.