Corriere della Sera, Direzione e Azienda annunciano al Comitato di redazione l’apertura di un tavolo sull’Intelligenza artificiale. L’obiettivo è “realizzare un codice di condotta e stabilire le regole per introdurre le nuove tecnologie generative al Corriere della Sera”. Un primo passo di conciliazione per evitare soluzioni unilaterali da parte aziendale sul tema più attuale, l’introduzione dell’AI nelle redazioni. Azienda e Direzione però non annunciano alcuno stop alle iniziative già partite, come avevano invece chiesto i rappresentanti dei giornalisti.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana manifesta preoccupazione sul tavolo proposto da Rcs al Cdr, in particolare quando si parla di introduzione delle “nuove tecnologie generative”, quelle che generano testi.

Consultazione prevista

La decisione di trattare con il sindacato arriva dopo che la Proprietà (Rcs di Urbano Cairo) ha firmato un accordo con OpenAI, la società che creato ChatGPT, per la fornitura di una serie di servizi sull’App Economia. Il Cdr ha protestato e ha chiesto al Direttore Luciano Fontana il blocco delle nuove funzioni destinate ai lettori. Fontana ha risposto che si tratta soltanto di “supporti tecnici”.

L’articolo 42 del Contratto nazionale prevede la consultazione del Cdr per ogni innovazione tecnologica, come ha ricordato la Segretaria Fnsi Alessandra Costante in una lettera a tutti i Cdr. E questo al Corriere non è avvenuto.

Al Gruppo Monti Riffeser, prima di introdurre alcuni servizi basati sull’Intelligenza artificiale il sindacato era stato sentito.

“Primo in italia”

Rcs aveva annunciato la novità così: “L’accordo con OpenAI è il primo in Italia a coinvolgere un gruppo editoriale, mentre a livello internazionale sono diverse le sperimentazioni in corso, dal Wall Street Journal ad Associated Press fino al gruppo tedesco Axel Springer e il francese Le Monde. La prima innovazione del Corriere è l’’Assistente Virtuale’: grazie al quale i lettori possono già ricercare articoli, accedere a ulteriori contenuti informativi e agli archivi del quotidiano, ricevere suggerimenti e ottenere sintesi dei principali articoli del giorno”.

Come si vede, già nel “ricevere suggerimenti” l’Assistente compie un’azione tipicamente umana.

Sempre nella comunicazione aziendale si legge: “Attraverso l’analisi dei dati raccolti relativi ai quesiti o alle sezioni della app più frequentate nei prossimi mesi la redazione conoscerà più nel dettaglio le esigenze dei lettori: un database dei gusti dei lettori permetterà di migliorare l’offerta dei contenuti”.

CHIEDI ALL’AVVOCATO

C’è poi la piattaforma “Chiedi all’esperto”, che consente agli abbonati di porre quesiti in ambito fiscale o giuridico a più di 40 tra avvocati e commercialisti ottenendo una consulenza personalizzata: “Rcs intende far leva sui modelli linguistici avanzati di OpenAI per mettere il lettore al centro offrendo un prodotto all’avanguardia nell’ambito dell’editoria italiana”.

La Fnsi si dichiara “al fianco del Cdr del Corriere della Sera che, non solo non era stato informato preventivamente dell’accordo, ma che aveva correttamente chiesto un incontro urgente e il blocco dell’iniziativa. L’articolo 42 del Contratto nazionale di lavoro giornalistico prevede la consultazione del Cdr per ogni innovazione tecnologica. E questo al Corriere non è avvenuto, a differenza di altri gruppi editoriali. Non solo, ora l’azienda vorrebbe anche introdurre ‘tecnologie generative’ che vedono la Fnsi fortemente contraria. Non è una battaglia di retroguardia: l’Intelligenza artificiale è ormai dentro il processo produttivo di molte redazioni e può essere un valido strumento di aiuto per il lavoro giornalistico. Può esserlo nella ricerca di dati e informazioni, nel processo di fact checking, nel monitoraggio di trend social ed eventi, nell’estrazione di informazioni e contenuti da grandi database e nella distribuzione delle notizie stesse, per migliorare la pertinenza e quindi l’esperienza del lettore in base al suo comportamento e ai suoi interessi. Ma gli interventi sui testi sono riservati alla sola redazione secondo le specifiche competenze, qualifiche, mansioni e responsabilità, come aveva ricordato nella sua lettera ai Cdr la segretaria Costante. Gli accordi che le aziende editoriali firmano e firmeranno per l’introduzione della AI devono vedere al tavolo anche i Cdr in rappresentanza dei giornalisti, stakeholder fondamentali e detentori del processo produttivo dell’informazione”.

posti di lavoro

“L’AI -prosegue Fnsi- è un’innovazione enorme che può essere uno strumento utile per alzare la qualità del lavoro dei giornalisti, ma che può anche cancellare migliaia di posti di lavoro. Come ha già fatto, proprio in Italia, l’editore tedesco Axel Springer chiudendo una redazione e sostituendo i giornalisti con un generatore di notizie guidato esclusivamente dall’Intelligenza artificiale”.

Secondo Fnsi c’è in gioco anche la qualità dell’informazione. Un uso massiccio dell’AI può portare a un’omologazione del prodotto informativo: “Un uso incontrollato della AI può anche generare la veicolazione di fake news. Per questo la Fnsi considera l’AI generativa applicata all’informazione un sistema di intelligenza artificiale ad alto rischio per il grado di democrazia e sicurezza del Paese, il cui unico argine è la qualità dell’informazione intesa come produzione di contenuti originali e verificati rispetto ai fatti”.

Professione Reporter

 

(nella foto, Urbano Cairo)

 

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