di STEFANO AVANZI

La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha accusato i giornalisti occidentali presenti nella regione russa di Kursk, entrati dall’Ucraina, di essere coinvolti in una “aggressione ibrida su larga scala” contro la Russia. Zakharova ha attaccato duramente i media, definendo i giornalisti “pseudo-reporter” e “traditori della professione”, accusandoli di manipolare l’opinione pubblica e di proteggere i crimini di Kiev per favorire il sostegno occidentale all’Ucraina.

Il servizio di sicurezza russo Fsb ha già avviato un procedimento penale contro i giornalisti Rai Stefania Battistini e Simone Traini, accusati di aver attraversato illegalmente il confine russo nella regione di Kursk e di aver effettuato riprese nell’insediamento di Sudzha. 

articolo 322

L’indagine si basa sull’articolo 322 del codice penale russo. Il Fsb sta valutando anche la presenza del corrispondente della Cnn, Nick Paton Walsh, in un posto di blocco russo nella stessa area, per decidere eventuali  azioni legali.

Il reportage di Battistini e Traini, trasmesso dal Tg1 la sera del 17 agosto, ha documentato l’offensiva ucraina in corso nella regione di Kursk. Battistini e Traini, con la protezione delle Forze Armate ucraine, hanno mostrato immagini dei veicoli colpiti e hanno intervistato i residenti locali, descrivendo una situazione di tensione e conflitto. 

norme internazionali

Stefania Battistini ha raccontato durante l’edizione serale del telegiornale di essere entrata in territorio russo in modo semplice, seguendo le norme internazionali per i reporter di guerra, con un’auto blindata contrassegnata come “press”. Ha sottolineato che, sebbene i giornalisti siano una figura protetta, ciò non sempre li salva, spesso trasformandoli in bersagli. Ha inoltre chiarito che non erano gli unici giornalisti presenti sul fronte: oltre a loro, c’erano già stati la tv ucraina, il New York Times, la Cnn e la France Press. Il servizio realizzato è stato fatto con l’intento di mostrare i fatti al pubblico, rispettando le leggi russe.

Il Ministero degli Esteri russo ha espresso una ferma protesta all’Italia per le azioni di giornalisti della Rai, accusati di “essersi infiltrati illegalmente nella regione di Kursk per coprire un presunto attacco terroristico ucraino”. Le autorità russe hanno affermato che i giornalisti italiani hanno violato le leggi locali e sostenuto propagandisticamente il regime di Kiev, atti considerati criminali secondo il codice penale russo. 

leggi locali

Nonostante le minacce, è stato ribadito il diritto e il dovere della stampa di documentare gli eventi in territori di conflitto

L’ambasciatrice italiana a Mosca, Cecilia Piccioni, convocata per discutere della questione, ha difeso l’indipendenza della Rai, chiarendo che le redazioni pianificano autonomamente le loro attività. Sebbene il Ministero degli Esteri russo non abbia confermato le indiscrezioni su eventuali ulteriori azioni, ha sottolineato l’importanza per i corrispondenti stranieri di rispettare le leggi locali.

Stefania Battistini avrebbe voluto rimanere a Sumy dopo aver documentato lo sconfinamento ucraino in Russia nella cittadina di Sudzha. Tuttavia, la Rai ha deciso di farla rientrare in Italia, giudicando troppo rischiosa la permanenza dopo l’apertura di un procedimento penale da parte delle autorità russe per “attraversamento illegale del confine”. 

reazioni politiche

La decisione ha suscitato reazioni contrastanti: il senatore Filippo Sensi e il deputato Stefano Graziano criticano il governo italiano per la mancanza di una risposta forte, mentre Maria Elena Boschi di Italia Viva contesta la scelta della Rai di richiamare i giornalisti, accusandola di penalizzare il loro lavoro. Dario Carotenuto del Movimento 5 Stelle esprime preoccupazione per la loro impossibilità di continuare le indagini in Russia “sull’uso di armi e mezzi italiani da parte delle truppe dio Kiev”. Carotenuto annuncia anche un’interrogazione ai vertici dell’Azienda in Commissione di Vigilanza Rai “per sapere se da parte dei militari di Kiev vi siano state limitazioni al pieno esercizio della libertà di cronaca da parte dei reporter italiani”. L’associazione Giulia Giornaliste denuncia minacce di morte e insulti rivolti a Battistini, attribuiti a sostenitori della propaganda putiniana e filorussi italiani.

La decisione della Rai di richiamare anticipatamente i due reporter ha generato polemiche sia all’interno dell’azienda che a livello diplomatico. Giampaolo Rossi e Roberto Sergio, rispettivamente direttore generale e amministratore delegato della Rai, hanno deciso di far tornare i due giornalisti dopo il loro reportage esclusivo dalla città russa di Sudzha. Questa decisione è stata vista come una risposta alle pressioni diplomatiche e alle preoccupazioni riguardanti le relazioni con la Russia. La Farnesina e i servizi di sicurezza avevano proposto alternative meno drastiche, come spostare i giornalisti da Sumy a Kiev. 

garanzie di accesso

Il reportage, unico nel suo genere, ha mostrato immagini che nessun’altra emittente era riuscita a documentare, provocando la reazione di Mosca e diventando un caso internazionale. L’Usigrai e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) hanno condannato l’ipotesi di un processo contro gli inviati, definendolo inaccettabile e ricordando che il giornalismo non è un crimine. Usigrai e Fnsi denunciano come inaccettabile l’intenzione delle autorità russe di processare Stefania Battistini e Simone Traini del Tg1, entrati in territorio russo seguendo le truppe ucraine. Secondo le due organizzazioni, il giornalismo non dovrebbe essere soggetto ad autorizzazioni preventive, e minacciare azioni legali contro chi informa è una forma di condizionamento inaccettabile. I giornalisti di tutto il mondo chiedono garanzie di accesso alle zone di conflitto per poter raccontare ciò che accade. Usigrai e Fnsi esprimono piena solidarietà ai giornalisti che rischiano la vita per il dovere di informare.

Unirai, l’associazione dei giornalisti Rai, ha dichiarato: “Solidarietà ai colleghi Stefania Battistini e Simone Traini, inviati sul fronte di guerra russo-ucraino. Ferma condanna nei confronti di chi cerca di mettere a repentaglio la libertà d’informazione e l’incolumità dei giornalisti”.

Stefania Battistini è laureata in Scienze della Comunicazione, in Rai dal 2004 è attualmente inviata Speciale del Tg1. Dal 10 febbraio 2022, due settimane prima dell’invasione, segue le vicende legate all’aggressione nei confronti dell’Ucraina. Traini, ascolano, lavora per la ditta di produzioni televisive Xentex, attiva ad Ascoli e a Milano. Nel capoluogo lombardo vive da alcuni anni con le sua famiglia.

(nella foto, Stefania Battistini e Simone Traini)

LASCIA UN COMMENTO