Caso Open Arms, sulla richiesta della Procura di Palermo di condanna a sei anni per Salvini, RaiNews 24 trasmette 3,47 minuti di monologo instagram del ministro presi dal suo account Instagram. Il Comitato di redazione il 14 settembre protesta: “Ancora una volta il nostro canale usato come megafono per le dichiarazioni di un membro di primo piano del governo. Ancora una volta saltate le regole del buon giornalismo e il lavoro di mediazione di una intera redazione. Chi ha deciso di mandarlo in onda? Cosa dice il direttore Petrecca? Riteniamo doveroso quanto meno offrire lo stesso tempo alla controparte in questa vicenda”.

Il giorno dopo, 15 settembre i parlamentari della Lega in Commissione parlamentare di vigilanza Rai replicano: “Sconcertante polemica del Cdr di RaiNews, indignato perché è stata mandata in onda la reazione di Matteo Salvini alle richieste dei pm di Palermo. In un paese normale, questo processo non ci sarebbe mai stato e nessuna redazione avrebbe invocato la censura per un commento così rilevante. Solidarietà ai giornalisti Rai, che cercano di fare il proprio lavoro nonostante l’opposizione di tanti militanti di sinistra con contratto giornalistico”.
Firmato: Giorgio Maria Bergesio, Ingrid Bisa, Stefano Candiani, Elena Maccanti, Tilde Minasi ed Elena Murelli.
Atto terzo, interviene, l’esecutivo Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai: “Solidarietà a chi?  Quali sarebbero i giornalisti a cui gli esponenti della Lega si rivolgono per contestare la presa di posizione del cdr di Rainews24 sul monologo di Salvini messo in onda? La magistratura chiede sei anni di carcere per un ministro e il servizio pubblico della Rai se la cava mandando in onda quattro minuti di un post dello stesso ministro senza mediazione giornalistica. A questo ha ridotto il canale all news della Rai una direzione appiattita su una parte politica e non in grado di esprimere i valori di autonomia e indipendenza che la redazione ha sempre incarnato. Ai parlamentari della Lega in commisssione di vigilanza la Rai piace così, ma ai giornalisti no. Spendano la loro solidarietà su battaglie più nobili e imparino anche loro che il giornalismo è fatto di domande e risposte e non di dichiarazioni senza contraddittorio”.

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