La Commissione Pari Opportunità della Fnsi giudica il commento di Paolo Mieli su Maria Rosaria Boccia “volgare e non confacente alla sua storia e carriera”. L’ex Direttore del Corriere della Sera, ora editorialista, ha detto a “In onda” su La7 il 2 settembre che la donna che ha causato le dimissioni del ministro Sangiuliano è una “pompeiana esperta”, giocando su assonanze e sottintesi. 

La Cpo Fnsi, in una nota del 6 settembre, “ricorda ai colleghi e alle colleghe l’attenzione richiesta dal codice deontologico dei giornalisti e suggerita dal Manifesto di Venezia nel trattare la ‘questione Sangiuliano’ che da giorni sta occupando giornali e trasmissioni televisive. Non compete a questa Commissione il merito politico della vicenda, ma è doveroso ricordare che vi sono coinvolte, volenti o nolenti, delle donne e, ancora una volta, il racconto di media e commentatori è connotato da offensivi stereotipi di genere. Gli esempi sarebbero davvero tanti. Un esempio per tutti è l’uscita infelice di Paolo Mieli che, forse credendo di fare ironia linguistica, ha fatto un commento volgare e non confacente alla sua storia e carriera”.

“Se si scoprisse che Sangiuliano ha mentito -ha detto Mieli nella trasmissione condotta da Luca Telese e Marianna Aprile- e che invece alcuni spostamenti sono stati pagati con soldi pubblici…io non ci credo eh, perché lì tutta l’allusione che lei sia la sua amante…il loro è un amore culturale. Perché lei è di Pompei, una pompeiana esperta. E lui ha intravisto in lei le bellezze di Pompei e si è lasciato convincere”.

Fra i tanti commenti, quello di Alessandra Mussolini, più volte deputata, senatrice, europarlamentare: “La pompeiana esperta. Vi trovo, in molti, divertiti da questa definizione che è stata assegnata alla donna protagonista della vicenda che riguarda Gennaro Sangiuliano e il suo ministero. Vi leggo divertiti e devo confessare che provo una certa pena. Ancor più mi sorprende che la levata d’ironico ingegno si debba a un signore generalmente sobrio e misurato come Paolo Mieli. Ma forse è un po’ come il richiamo della foresta: quella strana tentazione del sessismo alla quale per lo più cede chi non ha altro da dire, ma che può riguardare – a quanto pare – anche chi normalmente non è uno sprovveduto. Tirata la prima pietra, si sa come funziona, poi le altre volano veloci: e tanti gli sono andati dietro ridacchiando sul pruriginoso gioco di parole, a metà tra caserma e scuola media. Io non so nulla di questa donna, di cosa abbia più o meno detto o fatto. E sinceramente poco me ne importa. Ma, che si sia comportata nel migliore dei modi o abbia commesso gravi scorrettezze, non riesco comunque a trovare un motivo valido, ragionevole, degno, per definirla ‘La pompeiana esperta’”.

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