In un giornalismo che soffre di “mal di video“, inteso come crescente propensione ad attingere dagli schermi dei dispositivi digitali quanto servirà a scrivere un pezzo, l’esperienza del contatto diretto, e perdipiù con interlocutori poco o nulla avvezzi a dialogare con un cronista, è senza dubbio una pratica salutare; e lo è soprattutto per chi si prepara ad entrare nella professione. 

Anche intorno a  questa idea è nato “Gente di fiume“ (Palombi Editore, 18 euro), in libreria dal 30 settembre, un volume che raccoglie i ritratti di trentatré personaggi che hanno legato la loro vita al Tevere. Nelle oltre 170 pagine compaiono canottieri, agenti di polizia fluviale, biologi, archeologi, custodi di galleggiante, ambientalisti, piloti di battello, raccontati ciascuno da uno studente dei bienni 21-23 e 23-25 del master Luiss di giornalismo diretto da Gianni Riotta. 

Coordinati da Stefano Brusadelli, insieme al condirettore del master Giorgio Casadio, le ragazze e i ragazzi della Luiss hanno dato volto e voce, per la prima volta, ai protagonisti di un singolare “mondo a parte“, che sta al centro di Roma ma che la costruzione dei muraglioni umbertini ha reso ancora più isolato (anche visivamente) dalla vita della città. 

“Gente di fiume“ è il terzo titolo de  “I quaderni del Tevere“, diretti da Brusadelli. La collana è stata voluta dall’Associazione Museo del Tevere (che riunisce i Circoli storici romani di canottaggio) per promuovere anche attraverso l’editoria la causa della creazione a Roma di un Museo dedicato al fiume. Che, incredibilmente, ancora manca.

LASCIA UN COMMENTO