Due giorni di sciopero a Repubblica, bloccate le uscite del 26 e del 27 settembre.

Lo ha deciso l’assemblea dopo ore di tumultuosa discussione. Duecentotrenta sì, trenta no, 15 astenuti. Salta buona parte della copertura della “Italian Tech Week”, tre giorni di eventi a Torino, interviste, dibattiti e masterclass sulle tecnologie nei settori di arte, mobilità, alimentazione, healthcare, Intelligenza artificiale e clima. Dal 25 al 27 settembre presso le Officine Grandi Riparazioni, organizzate da Vento, il chapter italiano del fondo di investimento Exor Ventures, affiancato da Gedi Gruppo Editoriale, l’editore de la Repubblica. Un fiore all’occhiello che non sarà raccontato come previsto.

E’ proprio “Italian Tech Week” che ha motivato la grave decisione. Il 25 settembre esce con il quotidiano un inserto di 112 pagine con una serie di articoli apparentemente “giornalistici” per i quali molte aziende hanno versato un contributo, ha rivelato il Comitato di redazione. Tutto questo senza alcuna avvertenza che orienti i lettori. Uomini Exor hanno visionato i contenuti, corretto, limato, aggiustato.

“tentativi di piegare”

“L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica -dice il comunicato che sarà pubblicato sul sito e sul giornale- indice uno sciopero di due giorni, 25 e 26 settembre, per protestare contro le gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati avvenuti in occasione dell’evento ‘Italian Tech Week’. Da tempo denunciamo i tentativi di piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall’osservanza del Contratto nazionale.
La Direzione ha il dovere di apportare ogni correttivo e presidio possibile per rafforzare le strutture di protezione della confezione giornalistica di tutti i contenuti di Repubblica, tema sul quale nei mesi scorsi è già stata votata una sfiducia all’attuale Direttore”.

L’assemblea si rivolge anche “all’Editore – e non padrone – di Repubblica, John Elkann, affinché abbia profondo rispetto della nostra dignità di professionisti e del valore del nostro giornale, testata con una propria storia e identità che non può essere calpestata. La democrazia che ogni giorno difendiamo sulle nostre pagine passa anche dal reciproco rispetto dei ruoli sul posto di lavoro. Ci appelliamo infine ai nostri lettori: questa redazione non ha mai venduto l’anima. E non sarà mai disposta a farlo”.

numerosi precedenti

La redazione di Repubblica è da tempo impegnata nella battaglia per la trasparenza dell’informazione. I precedenti, prima di arrivare alla drastica rottura della sera del 24 settembre, sono molti. C’è stata innanzitutto (novembre 2023) da parte della redazione, l’adozione del decalogo contro le intromissioni della pubblicità, con la risposta, non pienamente soddisfacente, del Direttore Molinari, dopo circa un mese. C’è stato, all’inizio di aprile 2024, l’episodio del numero dell’inserto Affari&Finanza mandato al macero (100mila copie) perché conteneva un articolo riguardante Exor non allineato. In quell’occasione la redazione ha votato una mozione di sfiducia nei confronti del Direttore.

E c’è stato, il 12 settembre 2024, l’episodio della testata di Repubblica online tinta di giallo per adeguarsi all’inserzionista Dior con comunicato del Comitato di redazione pubblicato sul giornale.

Professione Reporter

(nella foto, Italian Tech Week)

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