(S.A.) Meta ha adottato misure drastiche contro i media statali russi, bloccandoli su tutte le sue piattaforme, tra cui Facebook, Instagram e WhatsApp. La decisione, presa lunedì 16 settembre, ha colpito principalmente RT (precedentemente Russia Today) e Rossiya Segodnya, due dei principali canali di comunicazione del governo russo. Secondo Meta, queste entità sono state coinvolte in operazioni di “interferenza” politica, accusate di sostenere indirettamente il governo russo. Prima del blocco, RT contava 7,2 milioni di follower su Facebook e 1 milione su Instagram. Da lunedì, le loro pagine non sono più accessibili.

Anche se Meta non ha fornito dettagli precisi sulle interferenze specifiche, il contesto suggerisce che il provvedimento sia collegato alle elezioni presidenziali statunitensi del prossimo novembre. Recentemente, il governo degli Stati Uniti ha accusato la Russia di aver orchestrato una campagna di disinformazione sui social media per sostenere la candidatura di Donald Trump rispetto alla democratica Kamala Harris, che sostiene con convinzione l’Ucraina nella guerra contro la Russia.

L’amministrazione statunitense ha reagito con una serie di azioni coordinate tra i Dipartimenti di Giustizia, Stato e Tesoro. Il Procuratore generale Merrick Garland ha accusato RT di aver finanziato un’azienda statunitense con 10 milioni di dollari per produrre video a favore del governo russo e della sua guerra in Ucraina. L’azienda coinvolta, forse Tenet Media, avrebbe omesso di dichiarare di essere finanziata da RT.

Non è la prima volta che la Russia viene accusata di tentare di influenzare le elezioni statunitensi. Già nel 2016, durante la vittoria di Trump su Hillary Clinton, la Internet Research Agency (IRA) russa era stata accusata di condurre una vasta campagna di disinformazione. Meta, all’epoca, era stata criticata per aver consentito la diffusione di fake news, e da allora ha implementato misure per limitare la presenza di contenuti russi sulle sue piattaforme.

La decisione di Meta di bandire i media russi arriva poco dopo le dichiarazioni del segretario di Stato americano, Antony Blinken, che ha definito Russia Today un “braccio de facto” dell’intelligence russa, sottolineando l’importanza di contrastare le attività destabilizzanti di Mosca.

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