(S.A.) Vincenzo Mollica, 71 anni, storico volto del Tg1, è stato ospite dell’ultima edizione de “Il Tempo delle Donne”, organizzata dal Corriere della Sera alla Triennale di Milano. Intervistato da Elvira Serra, ha condiviso la sua visione del mestiere, rivelando lezioni e aneddoti raccolti in una carriera lunga decenni. Mollica ha detto di aver deciso di diventare giornalista ispirandosi a Clark Kent (Superman) e a Clark Gable (“10 in amore”).

Nato a Formigine (Modena), Mollica ha dedicato la sua vita al giornalismo, con una particolare passione per il cinema, la musica, e le arti visive. Ha lavorato al Tg1 dal 1980, per 40 anni. Con più di 10.000 interviste all’attivo, ha raccontato al grande pubblico artisti come Federico Fellini, Alda Merini, Mina, e Bob Dylan, coltivando non solo rapporti professionali, ma spesso anche amicizie.

Il rapporto di Mollica con il Tg1 è stato più di un legame lavorativo. Come ha detto a “Il Tempo delle Donne”: “Ho avuto due case: quella della mia famiglia e quella del mio lavoro. Quando sono andato in pensione mi hanno fatto una festa. E io ho ringraziato quelli che mi avevano voluto bene e anche quelli che mi avevano voluto male. Questi ultimi sono stati preziosissimi con i consigli: bastava fare il contrario e trovavo la strada giusta”.

Il giornalismo per lui “è un mestiere bellissimo che ha bisogno di umiltà, curiosità, passione e fatica. Fatica fa rima con Mollica”.

Tra i suoi legami più intensi, quello con Federico Fellini e Giulietta Masina. Mollica racconta che Fellini mandava messaggi per Giulietta quando voleva proporle un ruolo: “Federico non le proponeva mai un film a voce: scriveva una lettera, gliela lasciava la mattina sul tavolo della sala da pranzo, e lei la sera gli faceva trovare la risposta sul comodino”.

Non meno importante è stato il suo legame con Alda Merini, che gli dettava le poesie al telefono. Una volta la poetessa regalò tutti i soldi che aveva con sé a una zingarella incontrata per strada: “Le aveva bussato al finestrino del taxi e le diede tutti i soldi che le avevano appena dato in Rai e teneva nel reggiseno. Poi però non aveva come pagare il tassista. Ma lui non volle niente e le disse che avrebbe ricordato per la vita il suo gesto”.

Mollica ha sempre saputo dosare l’ironia, come nel caso dell’intervista più veloce della sua carriera, quella con Claudia Schiffer: “Mi concessero un minuto e 45 secondi. Dissi ‘How are you? e arrivederci’”.

Mollica ricorda personaggi come Alberto Sordi, che salutò mille operai in una fabbrica con il gesto dell’ombrello, per citare la scena de “I Vitelloni”. O come Andrea Camilleri, con cui condivideva il glaucoma che li aveva privati della vista. Camilleri prima di addormentarsi ripassava i colori dei quadri.

La musica ha sempre avuto un ruolo centrale nella carriera di Mollica. Parlando di Mina e Bob Dylan, ha sostenuto che Mina meriterebbe il Nobel per la “letteratura cantata”.

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