(S.A.) La BBC ha annunciato l’ennesimo round di tagli al personale: soppressione di 155 posti di lavoro, tra cui 130 giornalisti e 25 ruoli tecnici, per un risparmio complessivo di 24 milioni di sterline. L’emittente britannica, impegnata in un progetto di riduzione dei costi pari a 700 milioni di sterline l’anno, ha inoltre deciso di cancellare HARDtalk, uno dei suoi programmi di punta, noto per le interviste incisive a figure di rilievo della politica e dell’economia internazionale.

Questi tagli si sommano a quelli già effettuati negli ultimi anni, che hanno visto migliaia di dipendenti perdere il lavoro, su un organico complessivo di oltre 40.000 persone. Tra i programmi colpiti c’è anche Newsnight, ridotto a soli 30 minuti di programmazione, nonostante fosse considerato un pilastro dell’approfondimento serale.

Philippa Childes, leader del sindacato Bectu, ha espresso preoccupazione per questa tendenza, definendola “grave”. Se da una parte riconosce la necessità di risparmi, dall’altra sottolinea come questi tagli minaccino il giornalismo critico e d’inchiesta, un tratto distintivo della BBC a livello mondiale.

Nonostante l’aumento del canone a 169,50 sterline annue deciso dal governo conservatore ad aprile, il direttore generale della BBC, Tim Davie, ha avvertito che il ridimensionamento delle risorse, in particolare per il World Service, potrebbe aprire la strada all’influenza mediatica di Cina e Russia. Una prospettiva che rischia di indebolire la posizione della BBC come fonte di informazione globale, soprattutto in un momento storico in cui la fiducia nel giornalismo è in crisi.

Il governo laburista di Keir Starmer, pur meno critico della BBC rispetto ai conservatori, non sembra intenzionato a destinare nuovi fondi all’emittente nel breve periodo.

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