(S.A.) Il Corriere della Sera offre ad abbonati e sottoscrittori due nuovi appuntamenti digitali sui temi dell’attualità, del lavoro e della parità di genere.

La prima novità è la rubrica quotidiana “Frammenti”, curata da Ferruccio de Bortoli,  editorialista del Corriere e già direttore del quotidiano in due periodi. La rubrica, disponibile dal lunedì al venerdì sul sito corriere.it alle 12, vuole aiutare a decifrare il mondo. Secondo de Bortoli, l’attualità è composta da frammenti di fatti che spesso sfuggono all’attenzione ma che sono indizi di fenomeni più complessi. Questi dettagli sono in grado di riportare alla mente eventi passati che sono stati dimenticati, ma che possono aiutare a formare un’opinione consapevole su ciò che accade nel presente.

Lunedì 21 ottobre il giornalista sarà coinvolto in un altro contenuto esclusivo per gli abbonati del Corriere: alle 16,30, in diretta video, parteciperà a una conversazione dal titolo “Lavoro debole: record di occupazione ma a quale prezzo?”, moderata da Maria Serena Natale. Nonostante i dati Istat mostrino una crescita dell’occupazione, con un aumento anche dei contratti a tempo indeterminato, la produttività e i salari non seguono lo stesso trend, restando ben al di sotto della media europea. Questo squilibrio porta a interrogarsi su quali siano i problemi strutturali del nostro sistema economico.

Il lavoro è anche il tema centrale di un’altra importante novità: il podcast “Il Tempo delle Donne reloaded”, che riprende i temi principali della recente edizione dell’evento “Il Tempo delle Donne”, svoltosi a Milano dal 12 al 15 settembre 2024. Le sette puntate del podcast, pubblicate ogni lunedì, approfondiranno il tema del lavoro e della parità di genere in Italia, con interviste esclusive e contenuti audio dedicati.

Il podcast si concentrerà su tre grandi divari che continuano a caratterizzare il mondo del lavoro italiano. Il primo è la partecipazione femminile: in Italia lavora solo la metà delle donne. Il secondo riguarda la disparità salariale, con retribuzioni nel settore privato inferiori rispetto a quelle degli uomini. Infine, solo un dirigente su cinque in Italia è donna.

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