“C’è stato un tempo in cui i giornali erano ovunque. Negli anni ’60  ricordo che si foderava ogni giorno il secchio della spazzatura con i fogli di giornale. Poi, la sera, il secchio veniva messo fuori dalla porta di casa e di mattina presto, quando ancora era buio, arrivava sul pianerottolo un uomo che nessuno di noi bambini aveva mai visto in faccia, con un grande sacco, nel quale rovesciava il contenuto di tutti i secchi. (… ) Mia nonna tagliava le pagine di giornali e  dei settimanali in rettangoli regolari, che teneva al bagno. Noi invece usavamo già i rotoli di carta igienica. E nelle redazioni è sempre stato ripetuto fino alla nausea che il giornale del giorno prima era buono solo per incartare il pesce”. 

Comincia così, con dei ricordi vita quotidiana, il capitolo dedicato ai giornali del libro “Scrivere al tempo di ChatGPT”, un manuale per sopravvivere all’AI, attraverso “Articoli, temi, tesine, mail, lettere d’amore e prompt”, appena pubblicato con Rubbettino Editore( (194 pagine, 15 euro). Scritto da Angela Padrone.

 amore ed esperienza

Si scontrano nelle pagine del libro i racconti di infanzia, le esperienze giornalistiche dell’autrice (che ha lavorato una vita al Messaggero, dalla Cronaca di Roma all’ufficio Centrale dei caporedattori), l’amore per la scrittura, anche letteraria, e l’esperienza dell’Intelligenza artificiale. 

ChatGPT non lascia indifferenti. La “bomba” ChatGPT, che due anni fa ha spalancato gli occhi di tanti al mondo dell’Intelligenza artificiale, è l’evento a cui non possono sfuggire né gli studenti, né i giornalisti, né gli scrittori. Da quando è  apparsa l’Intelligenza artificiale che scrive, bisogna farci i conti. E nelle redazioni è diventato un vero e proprio incubo, per un mondo che già da oltre vent’anni ha imboccato una strada accidentata e oggi vive una crisi d’identità potenzialmente letale. Nessuno sa dove porterà l’accoppiata Intelligenza artificiale e crisi del giornalismo. Molti segnali fanno pensare a una morte ormai vicina. Ma è un problema che nessun giornalista può eludere, e che si concentra in maniera curiosa proprio nel tema della scrittura.

consigli per neofiti

Così, partendo dall’intenzione di creare un manualetto agile con consigli di scrittura per neofiti (che può essere utile a studenti liceali, universitari, ad aspiranti giornalisti, o ad adulti che vogliono migliorare le loro capacità di comunicazione), Angela Padrone ha sviluppato un discorso che tocca molti aspetti della scrittura e che può essere considerato anche un inno al giornalismo: quel “luogo” dove la scrittura è lo strumento principale di indagine e svelamento della realtà, e dove la capacità di comunicare e farsi capire diventano esercizi essenziali di democrazia. Di fronte a un cittadino che non legge, a un giovane che non è in grado di capire un testo complesso, o di mettere sulla carta una sintesi comprensibile “sono in gioco i diritti di cittadinanza”, diceva il linguista Luca Serianni, morto recentemente, citato nel libro.

E’ giusto quindi, è vitale, che i giornalisti e le redazioni difendano la loro autonomia anche dal dilagare dell’Intelligenza artificiale. Non si tratta di posizioni passatiste o luddiste, ma dell’esigenza di continuare a scegliere cosa è più importante e cosa lo è meno. Si tratta della capacità di uscire dalla “bolla” nella quale molti vivono online, con gli algoritmi che ripropongono sempre gli stessi temi, con la logica del “se ti piace questo… guarda quest’altro”. Il giornalismo ha la grande possibilità di sorprendere chi ne fruisce, portando all’attenzione del lettore o dell’ascoltatore qualcosa di cui non sapeva nulla, qualcosa che è importante conoscere per essere cittadini informati. 

incapacità di decifrare

Nel libro, il racconto dello studente universitario che non sa decifrare la prima pagina di un quotidiano nazionale fa venire i brividi. Eppure è molto più ”normale” di quanto pensino molti addetti ai lavori. In questo mondo inondato dall’informazione come mai prima, la capacità di distinguere e giudicare è essenziale, ma si è fatta più difficile che in passato. E il ruolo dei giornalisti, delle redazioni, e degli editori dovrebbe riprendere quota, proprio perché è diventato sempre più complesso orientarsi ed essere informati. 

Tra fake news, propaganda, e acchiappa-clic sempre più potenti, grazie al web e agli strumenti di intelligenza artificiale, il lettore oggi è più indifeso. Sta a lui “allenarsi” a distinguere e leggere tra le righe, ma sta ai professionisti dell’informazione guidarlo. Davvero il giornalismo oggi è rappresentato dalle notizie create solo per attirare “traffico” sul web? Davvero gli editori (prima ancora che i giornalisti) possono essere soddisfatti se il sito web, pieno di notizie sensazionalistiche (e spesso infondate) diventa l’unica fonte di un lettore che non ha idea di che cosa sia “la manovra finanziaria”? Davvero il giornalismo può farsi condizionare così pesantemente dai “numeri” e dagli interessi economici meno trasparenti, in nome della “tecnologia”? 

crisi della democrazia

La scrittura è parte integrante di questo processo di identificazione, di comprensione e di giudizio. E porta  la sua parte di responsabilità nella crisi della democrazia.

L’Intelligenza artificiale bisogna conoscerla e saperla usare, se non si vuole diventarne vittime. E’ importante sapere che può diventare un aiuto fondamentale per i giornalisti come per gli scrittori, come dice Vittorio Roidi, citato quando afferma che è ancora giusto “consumare la suola delle scarpe, e andare a vedere con i propri occhi”. Ma l’Intelligenza artificiale mette a disposizione del giornalista “una fonte che gli offre la possibilità di scavare in profondità, fra artifici e calcoli che da solo non sa fare”. L’Intelligenza artificiale è utilissima per fare rapidamente cose che avrebbero richiesto lunghissime e tediose ricerche ai giornalisti di una volta. Ma alla fine il giudizio deve essere nostro. 

le domande giuste

In questo corpo a corpo tra scrittura umana e potenza dell’algoritmo, si inseriscono alcune novità, come il Prompt Engineering, una formula astrusa per descrivere la capacità di  ottenere qualcosa dall’Intelligenza artificiale, una competenza in fondo molto vicina a quella tipica dei giornalisti di “saper fare le domande giuste”. Anche questo è un capitolo importante di “Scrivere al tempo di ChatGPT”: è un settore nel quale serve esercitarsi, e questo vale per rodati professionisti come per studenti alle prime armi. 

E, paradossalmente, il Prompt Engineering riporta l’attenzione sulla scrittura, come sostiene l’autrice: con la capacità delle macchine di interagire con noi in “linguaggio naturale”, possiamo immaginare un futuro in cui il linguaggio tecnico dei programmatori diventerà meno importante, e riconquisterà il campo proprio la capacità umana di scrivere. E’  un avvertimento non solo a tecnici e ingegneri (che devono curare le loro capacità di comunicare), ma agli stessi giornalisti, agli insegnanti, e ai giovani che vogliono entrare nel mondo dell’informazione: saper scrivere significa saper pensare, saper studiare, essere capaci quindi di aggiornare le proprie competenze in un mondo nel quale è necessario cambiare anche l’approccio al lavoro. Chi entra nel mondo del lavoro oggi (non solo nel giornalismo o nella comunicazione), tra trent’anni non farà lo stesso lavoro: dovrà re-imparare molte volte nella vita. E questa capacità di imparare sempre, gliela garantirà proprio la dimestichezza con la lettura e la scrittura. 

Professione Reporter

(nella foto, Angela Padrone)

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