C’è una data chiave per la eventuale vendita dell’Agenzia Agi. La data è il 30 novembre 2024, quando sette o otto giornalisti lasceranno la redazione dopo aver accettato la “isopensione” anticipata. I 7/8 si vanno ad aggiungere ai sette usciti, con le stesse modalità, il 30 giugno, e in più va considerata l’uscita di Giampaolo Roidi, chiamato a fare il redattore capo del Messaggero.

Quindi, dopo il 30 novembre la redazione si ridurrebbe a 60 persone circa, con un costo notevolmente ridotto. A quel punto diventerebbe più appetibile per i compratori.

Non si sa se la candidatura di Antonio Angelucci, deputato della Lega e proprietario già de Il Giornale, Libero e Il Tempo e Libero, sia ancora valida o se ne siano state presentate altre. In ogni caso, tra aprile e giugno i vertici Eni hanno dichiarato che tutte le proposte di acquisto saranno valutate, non rientrando l’Agi nel core business dell’azienda.

Tutto era cominciato all’inizio del 2024, c’è stata poi la fiera opposizione della redazione nei confronti dell’ipotesi Angelucci e ora dall’estate, il silenzio. 

Il Comitato di redazione dell’Agenzia in un comunicato è tornato “a chiedere al proprio editore -da 50 anni garanzia di pluralismo e indipendenza- di fare chiarezza sull’ipotesi di cessione dell’agenzia di stampa di cui si discute ormai da quasi un anno, e che ha rappresentato per mesi tema di dibattito per la stampa nazionale ed internazionale”. 

Per tutto il 2024 il corpo redazionale si è battuto con con scioperi e mobilitazioni contro la vendita della testata al gruppo editoriale riconducibile al parlamentare Antonio Angelucci (Il Giornale, Libero, Il Tempo), “ravvisando il rischio di una anomalia unica in Europa nell’ambito delle fonti di informazione primaria”. 

La posizione ufficiale dell’editore è stata resa nota attraverso un comunicato stampa in cui si spiegava che era pervenuta “una manifestazione di interesse non vincolante e non sollecitata”. Dopodiché non è stata fornita alla redazione alcuna altra informazione. I giornalisti dell’Agi, sin dall’inizio dell’intera vicenda, hanno chiesto una procedura trasparente con relativa gara qualora l’editore intenda proseguire sulla strada della vendita.

“Adesso -scrivono- hanno il diritto di ricevere risposte sugli eventuali sviluppi della manifestazione di interesse e, soprattutto, sul loro futuro lavorativo: in assenza, il Cdr è pronto a nuove iniziative di mobilitazione. Il perdurare dell’incertezza sul futuro dell’agenzia, in aggiunta alle tante indiscrezioni che tutt’ora si rincorrono, rischia di ripercuotersi sul lavoro quotidiano”.

Il Cdr ricorda di aver chiesto inutilmente più volte una riorganizzazione redazionale alla Direttrice Rita Lofano, anche a seguito del numero elevato di fuoriuscite di giornalisti nell’ambito del piano di “isopensione” sottoscritto con l’azienda. 

Professione Reporter

(nella foto, i due ultimi Direttori Agi, Rita Lofano, in carica, e Mario Sechi)

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