L’accordo fra Gruppo Gedi, che possiede la Repubblica e La Stampa e OpenAI, che ha creato ChatGPT, il più noto strumento di Intelligenza artificiale, è segreto.

I giornalisti dei Comitati di redazione del Gruppo, in un incontro con il Presidente Maurizio Scanavino, hanno chiesto di conoscere i particolari. Sono stati respinti. “Riservatezza aziendale”. Nonostante l’accordo riguardi contenuti realizzati dai giornalisti. I Cdr hanno chiesto anche il riconoscimento economico del lavoro che sarà utilizzato dall’Intelligenza artificiale. Da qui può nascere una vertenza delicata e aspra, su una buona parte del futuro del giornalismo. 

anti google

L’Azienda è ferma a ciò che ha dichiarato John Elkann, proprietario del Gruppo, nell’annuncio durante “Italian Tech Week”, a fine settembre. I giornali Gedi danno a Open AI la possibilità di utilizzare i contenuti prodotti -articoli, foto, inchieste, approfondimenti, spiegazioni, grafici. In cambio di cosa? Secondo le scarne informazioni fornite, in cambio di traffico, che OpenAI, cioè ChatGPT e sviluppi successivi, dirigeranno verso i siti di Repubblica e della Stampa e delle altre poche testate rimaste in società (Huffington Post, Radio Capital, Times, La Provincia Pavese, La Sentinella del Canavese), quando utilizzerà i loro materiali. Secondo le assicurazioni dell’Azienda, non ci sono soldi di mezzo, nell’accordo. Nello specifico, Gedi offre i contenuti digitali delle sue testate alla società OpenAI per SearchGPT, nuovo prodotto creato per contrastare Google e SearchGPT porterà traffico attraverso i link ai pezzi utilizzati sulla piattaforma.

ordine del giorno

I Cdr metteranno probabilmente tutta la vicenda all’ordine del giorno nelle assemblee. La richiesta è che i giornalisti vengano a conoscenza dei dettagli dell’ingresso dell’Intelligenza artificiale in redazione, che i giornalisti possano negoziare cosa potrà e cosa non potrà fare AI. Chiedono inoltre di avere una parte di remunerazione dalla cessione dei loro articoli a OpenAI. Su quest’ultima rivendicazione, che in tutto il mondo sta cercando soluzioni (ultimo caso a Le Figaro), Scanavino e i suoi accompagnatori -Gabriele Comuzzo, Amministratore delegato e Fabiano Begal, Ad di Gedi Digital- non hanno preso impegni. 

A la Repubblica, l’ingresso dell’Intelligenza artificiale in redazione è stata prospettata ancor prima dell’accordo con OpenAI. L’Azienda ha chiesto ai giornalisti di frequentare un corso su titolazione, sintesi e altre funzioni giornalistiche operate da AI. Il Cdr ha chiesto di visionare il corso e ha bloccato tutto, ritenendo che siano necessarie una trattativa approfondita e precise garanzie. L’Azienda ha ribadito che AI entrerà nel sistema editoriale con nuove funzioni che permetteranno di abbozzare titoli, sommari e riassunti dei testi, oltre che le loro traduzioni. Il Cdr teme che a fronte di organici sempre più ridotti, le macchine possano sostituire parte del lavoro giornalistico. Secondo l’Azienda ci sarà sempre un essere umano a dire alla macchina che cosa fare e a dare il via libera per la pubblicazione. 

ruolo dei direttori

Nella vicenda, saranno decisivi due aspetti. Il primo è il ruolo del sindacato nazionale Fnsi: la segretaria Alessandra Costante già nell’agosto 2023 inviò una lettera a tutti i Cdr per ricordare che l’articolo 42 del Contratto di lavoro (scaduto da otto anni, ma pur sempre in vigore) prevede che ogni innovazione tecnologica vada contrattata dalle Aziende con i rappresentanti dei giornalisti. Il secondo aspetto è sul ruolo dei Direttori. Mario Orfeo a Repubblica ha appena sostituito Maurizio Molinari ed è stato accolto con un voto di gradimento del 90 per cento. Si schiererà con le linee dell’Azienda, o cercherà un ruolo di mediazione nei confronti della redazione alla quale appartiene?

“assolutamente trasparente”

Scanavino e Comuzzo sono stati ascoltati il 5 novembre dalla Commissione Intelligenza artificiale per l’Informazione, istituita dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria del governo. All’uscita, Comuzzo ha dichiarato che l’accordo con OpenAI ha due grandi pilastri. Il primo è l’adesione a un nuovo prodotto in lancio, SearchGpt, “che ci darà la possibilità di essere evidenziati come link nelle varie ricerche effettuate all’interno di questo prodotto. Questo permetterà di avere più traffico sui nostri siti, gli utenti potranno vedere i nostri contenuti dentro un motore all’avanguardia come ChatGpt”. Secondo pilastro: “OpenAI ha stretto accordi similari con editori internazionali di primo livello, noi potremmo avere accesso a questo network e svilupperemo esperienze nell’ambito dell’Intelligenza artificiale che potremo mutuare e valutare”. Ha poi aggiunto che riguardo all’introduzione di tutto questo nella produzione editoriale, “discuteremo con i Cdr, con i giornalisti e con i sindacati, vogliamo che questo processo sia assolutamente trasparente”. L’Ad di Gedi ha aggiunto: “Avremo anche un codice di condotta sull’Intelligenza artificiale, ne stiamo discutendo tra le parti, con le redazioni e nei nostri ambiti tecnici”.

Professione Reporter

(nella foto, Gabriele Comuzzo, amministratore delegato di Gedi))

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