di CORRADO GIUSTINIANI
Annet de Graaf non riesce a farsene una ragione. Fotografa e videomaker olandese, è lei che ha filmato le immagini sugli scontri di Amsterdam, andate poi sulle reti di tutto il mondo, dalla Bcc alla Cnn, da Sky al New York Times. “E’ terribile – confessa in una intervista televisiva a Mehdi Hasan della rete Zeteo – Nei commenti hanno detto l’opposto di quello che documentavano le mie immagini. A provocare sono stati i supporter del Maccabi, anche prima della partita”.
E racconta: “Correvano minacciosi per la città urlando ‘Fack the Arabs’, in una cinquantina si sono messi a lanciare fuochi artificiali in mezzo alla gente, hanno strappato una bandiera palestinese da un palazzo, hanno aggredito un taxista e distrutto la sua vettura, hanno inseguito e picchiato un cittadino, come si vede nel filmato. Ma invece, nei servizi di quei network, gli aggressori erano diventati i cittadini locali…”.
versione giusta
Sky in un primo momento ha pubblicato “la versione giusta” di quei filmati commentando: “I supporter del Maccabi hanno attaccato i locali”, poi l’ha improvvisamente ritirata e ha cambiato narrazione. “Non potevo starmene zitta, da testimone oculare e autrice dei filmati. Ho chiesto spiegazioni a tutte queste reti. Mi ha risposto soltanto il tedesco Tagesschau, scusandosi in privato e correggendo in trasmissione il servizio precedente”.
La partita di calcio è di giovedì 7 novembre, Europa League, Ajax di Amsterdam contro Maccabi Tel Aviv. Dopo la partita, lo scontro tra tifosi locali e israeliani del Maccabi. E’ stato un “pogrom”?, le chiede Mehdi. “No, niente affatto – risponde Annet – La verità che i supporter del Maccabi non dovevano essere invitati ad Amsterdam. Sono delusa anche per la mia città, per il comportamento delle sue autorità politiche. Dire la verità era sconveniente…”. Va aggiunto che la corrente “Fanatics” dei tifosi del Maccabi (che erano accompagnati, secondo alcune versioni, da agenti del Mossad) è conosciuta come di estrema destra e ha fatto danni anche in altre trasferte.
comunicati angoscianti
Ma non c’è solo questa testimone sul campo, ad affermare che media e politici di quasi tutto il mondo hanno preso un colossale abbaglio. Lo scrittore inglese Jonatahn Cook ha ricostruito i fatti in un articolo di dieci pagine uscito su “Newletter Brave New Europe”. Titolo: “L’Occidente seppellisce un genocidio – trasformando in vittime dei teppisti del calcio israeliano”. Il genocidio è naturalmente quello di Gaza, che ha colpito per il 70 per cento donne e bambini, secondo l’ultimo dato dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rapporti umani. Una strage di cui si parla troppo poco nei nostri giornali e telegiornali. Eppure a tutti arrivano sul computer gli angoscianti comunicati giornalieri, solo per fare un esempio, di “Medici senza frontiere”.
Cook ricostruisce i cori gridati dagli hooligans durante la partita, visibili in vari filmati: “Olè, olè, olè, olè. Perché la scuola è finita a Gaza? Perché abbiamo ucciso tutti i bambini, olè, olè, olè ”. E ancora: “Lasciate che l’Idf vinca e fotta gli arabi”. Inoltre, allo stadio hanno interrotto il minuto di raccoglimento per le vittime di Valencia, e questo perché la Spagna in maggio aveva riconosciuto lo Stato della Palestina. Un video girato da un giovane tifoso dell’Ajax, e divenuto virale sui social media, mostra un grande gruppo di israeliani che si aggira dopo la partita per Amsterdam, armato di manganelli, lanciando pietre e affrontando aggressivamente la polizia locale. E’ davvero imbarazzante definire come “antisemite” la reazione delle opposte fazioni a provocazioni di questo livello, continua Jonathan. “Se i tifosi britannici in trasferta ad Amsterdam si fossero comportati in questo modo – osserva lo scrittore – la polizia avrebbe immediatamente eseguito arresti di massa”. E invece qui nessuno è stato fermato.
opposte tifoserie
Il timore di apparire come antisemiti può avere condizionato la polizia?
Le televisioni e i giornali italiani, tranne pochissime eccezioni, hanno seguito l’onda dell’attacco agli ebrei, invece di quella degli scontri tribali tra opposte tifoserie, provocate dagli hooligans del Maccabi. E si sono ben guardati dal fare un passo indietro, con una ricostruzione a mente fredda dei fatti. Stavolta, a differenza delle stragi di bambini a Gaza, i titoli sono andati tutti in prima pagina, dando spazio anche alla reazione di Netanyhau, che ha parlato di “pogrom” e di una “Nuova ‘notte dei cristalli’”. Il quotidiano che più si è spinto in questa direzione è stato forse La Stampa, con l’apertura di prima pagina a cinque colonne di sabato 9 novembre. Titolo: “Ci picchiavano urlando: morte agli ebrei”, e subito sotto il commento: “Quell’odio antisemita che non ha mai fine”. Poi, il retroscena: “Una caccia organizzata, anche i tassisti complici”, e il richiamo dell’intervista a Zuroff: “Ho stanato i nazisti, ma il buio è tornato”. E, dentro, tre pagine intere dedicate all’evento. Netanhyau, il vero trionfatore di questa partita (visto che il Maccabi ha perso contro l’Ajax per 5 a 0) non ha dovuto andare a prendere i tifosi con degli aerei militari, come aveva annunciato. Chi è partito, lo ha fatto tranquillamente, con voli di linea.
(nella foto, la sera degli scontri)