Sabato 21 dicembre il sito de L’Espresso ha smesso di funzionare. Chi lo cerca si trova davanti una schermata che dice che l’espresso.it è “temporaneamente disponibile a titolo gratuito per gentile concessione di GoDaddy.com”. Nelle stesse ore ha smesso di funzionare anche il sistema di posta elettronica della redazione: chi scrive a un giornalista de L’Espresso riceve una mail che sostiene che quell’indirizzo non esiste più.
pochi minuti
Cosa è successo? Il Comitato di redazione scrive, in un comunicato del 23 dicembre 2024, che ai giornalisti non era stato comunicato nulla. “Su nostra richiesta -dicono i rappresentanti sindacali- solo stamattina ci è stato detto che c’è stato un incidente durante la migrazione dei dati da un server all’altro. Eppure la migrazione dei dati non è un evento eccezionale: da quando il giornale è stato venduto da Gedi si è verificata già altre volte, con disagi per il sito durati pochi minuti e nessun effetto sulle mail dei giornalisti”.
“gestione autolesionista”
Il Cdr evidenzia che “questa gravissima eclissi del giornale online è la ciliegina sulla torta di una gestione autolesionista da parte della nuova proprietà, che a partire dallo sciopero di settembre scorso, lo ricordiamo, aveva già sottratto alla redazione la cura del sito per affidarla a uno staff tecnico non composto da giornalisti. Il problema tecnico è uno dei riflessi pratici di una gestione che in questi mesi ha messo pesantemente le mani nei contenuti degli articoli: per i redattori del giornale difendere la libertà di espressione è una lotta ininterrotta, con esempi molto più numerosi di quelli che sono diventati di dominio pubblico”.
innovazione e rilancio
L’Espresso, storico settimanale, fondato da Eugenio Scalfari e Arrigo De Benedetti nel 1955, è stato venduto dal Gruppo Gedi a Danilo Iervolino (Università Pegaso, Salernitana Calcio) nel marzo 2022, autore di grandi progetti di innovazione e rilancio. Poi Iervolino ha ceduto la testata a Donato Ammaturo (Ludoil Energy) nel dicembre 2023. Dal maggio 2024 direttore è Emilio Carelli, che era stato precedentemente nominato Amministratore delegato della nuova società editrice.
(nella foto, Arrigo Benedetti)