Nel corso del 2024 si sono chiusi positivamente sette cause e un contenzioso di giornalisti precari di Gedi News Network.
Federazione nazionale della Stampa italiana e Associazioni regionali di Stampa hanno sostenuto le richieste dei precari di Repubblica, assistiti in giudizio dall’avvocato Bruno Del Vecchio.
Delle sette promosse in tribunale, tre cause sono terminate prima della sentenza, con transazione (i giornalisti non avevano interesse alla reintegrazione). Transazioni chiuse con un importo complessivo di 365mila euro più contributi.
Tutte vinte le quattro azioni in tribunale, con la reintegra (eccetto una, con le sopravvenute dimissioni del giornalista) e riconoscimento dei contributi, anche in virtù dell’accertamento effettuato dall’Inpgi. La causa senza reintegra è stata poi conciliata con una minor somma e la rinuncia all’appello. Delle tre cause vinte con reintegra, tutte e tre sono state conciliate con conferma della reintegra (tranne una: il giornalista non ne aveva interesse) e rinuncia all’appello.
L’importo complessivo delle quattro cause terminate con sentenza è di 853mila euro, più contributi degli ultimi cinque anni per ogni posizione. L’ammontare delle tre conciliazioni intervenute dopo la sentenza, più il contenzioso che non è finito in tribunale, è di 728.500 euro.
“Per i giudici i precari di Repubblica vanno assunti come dipendenti. Dopo 4 anni di vertenze sindacali e giudiziali, la condizione di molti precari di Repubblica uniti in coordinamento per chiedere la stabilizzazione è mutata -è il commento dei rappresentanti del Coordinamento dei precari di Repubblica- L’azienda si è sempre rifiutata di riconoscere il Coordinamento e avviare una trattativa sindacale collettiva per l’assunzione dei precari. Il muro eretto da Gedi contro il riconoscimento del rapporto di lavoro dipendente è però stato abbattuto dalle sentenze dei giudici del lavoro e, nel frattempo, anche altri precari storici sono stati stabilizzati. Questi primi importati risultati sono un’indicazione che la strada per vedersi riconosciuti i propri diritti è quella di agire collettivamente con il sindacato”.