Rabia Mujtaba Syeda è nata in Pakistan, ma è arrivata in Italia quando aveva due mesi. I suoi 27 anni li ha vissuti tutti qui. Rabia non è riuscita a realizzare il suo sogno: entrare nelle forze dell’ordine italiane. Kader è arrivato in Calabria come minore non accompagnato nel 2016 dopo un viaggio a piedi tra Burkina Faso e Libia. Oggi è un’attivista per i diritti umani. Fioralba, invece, ha scelto di studiare, si è laureata in psicologia a Roma.

Rabia, Kader, Fioralba. Sono alcune delle storie del dossier di apertura di Scarp de’ tennis, il mensile della strada, nel numero di dicembre. Giovani che vivono, lavorano, hanno studiato in Italia, senza essere però italiani a pieno titolo. A tutti loro ancora è negata la cittadinanza. Chi nasce e vive in Italia diventa cittadino italiano dopo un percorso pieno di ostacoli che, per molti, risulta impossibile da superare. Ius Soli, Ius Scholae, Ius Culturae. Un labirinto tra le forme differenti del diritto. Il dossier è dedicato alla proposta, già avanzata dal Ministro Tajani, di cambiare la legge sulla cittadinanza, introducendo il concetto di Ius Scholae o Ius Culturae. Al centro del dibattito sono i minori: a seconda delle regole che si potrebbero stabilire, si tratta di un numero che va dai 650 mila al milione di bambini e ragazzi che, se ottenessero la cittadinanza, potrebbero esercitare dei diritti e avrebbero percorsi di integrazione meno ostici.

Sulla copertina di Scarp de’ tenis c’è il volto della scalatrice iraniana Nasim Esqhi. In fuga dal regime di Teheran è diventata una paladina dei diritti e della libertà. In un’intervista racconta la sua storia e i progetti per il futuro.

Scarp de’ tenis ha chiesto al Cardinale Gianfranco Ravasi di riflettere sul senso del Natale: il vero Natale sia il giorno “della gente misera”, riparata spesso in “una gelida stanzetta o all’aperto e col vento o la pioggia, oppure su una fragile imbarcazione tra le onde del Mediterraneo”.
Nel giornale, anche le storie del fotografo cieco Alessandro Bersani, quella dello scrittore senza dimora Janek. E i 40 anni del Sam (Servizio accoglienza milanese), e Alessandro, che accompagna nelle loro gare atleti non vedenti.

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