(S.A.) La giornalista Paola Nurnberg, collaboratrice della Radiotelevisione Svizzera (RSI), è stata licenziata dopo la pubblicazione di un tweet sul suo profilo X il 24 settembre 2024. Secondo quanto riportato da Ticino Online, il contenuto del post, critico nei confronti della destra, sarebbe stato la causa ufficiale dell’allontanamento.

Nel tweet incriminato, Nurnberg ha scritto: “Il pensiero della destra (non solo in Italia) attecchisce perché non è elaborato. È semplice, è di pancia, fa credere alla gente di essere nel giusto e di non avere pregiudizi. Concima, insomma, l’ignoranza. Sta alle singole persone scegliere se evolvere, emanciparsi, oppure no”.

Parole che hanno suscitato polemiche e che, secondo l’emittente, avrebbero violato le linee guida aziendali che regolano la condotta sui social network dei dipendenti. 

La vicenda è stata fortemente criticata dal sindacato Unia, che parla di licenziamento sproporzionato e annuncia una vertenza legale per licenziamento abusivo. Matteo Poretti, sindacalista di Unia, ha dichiarato: “Nemmeno un richiamo. Ha sbagliato? Certo, non doveva scriverlo. Ma da qui a licenziarla. A questo punto bisognerebbe licenziare metà del personale della RSI”.

Poretti, con vent’anni di esperienza sindacale, ha definito il provvedimento senza precedenti.

Oltre al tweet, emerge una seconda ipotesi, avanzata dallo stesso sindacato: il licenziamento potrebbe essere legato alla denuncia di molestie presentata da Paola Nurnberg nel 2020. La giornalista, infatti, aveva segnalato episodi di molestie all’interno della RSI, accuse che furono accertate, ma seguite da un chiaro isolamento professionale. Nurnberg venne infatti spostata dalla televisione alla radio, perdendo visibilità come volto noto dell’emittente.

Paola Nurnberg ha ammesso di aver sbagliato modi e tempi nell’esprimere quel concetto sui social, ma ha sottolineato di non aver avuto modo di rimediare: “Le direttive erano chiare e io ho scelto certamente il modo e il tempo sbagliati per esprimere quel concetto, ma non mi è stata data la possibilità di riparare. Dopo la mail in cui mi si convocava a causa di questo post ho risposto immediatamente chiedendo cosa potessi fare. Non mi è stato più detto nulla”.

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