Bruno Tucci, inviato sui principali fatti di cronaca prima per il Messaggero, poi per il Corriere della sera, il 9 gennaio 2024 ha compiuto 90 anni. Ha raccontato sui giornali la rivolta di Reggio Calabria, il processo di Torino alle Brigate Rosse, il colera a Napoli, l’omicidio del generale Dalla Chiesa e la strage alla stazione di Bologna. Fra l’altro. Da presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio ha messo “sotto inchiesta” Giulio Andreotti e Lilli Gruber.
Tucci oggi non è quello che si immagina un pensionato. “Ogni giorno -ha scritto Marco Benedetto, facendogli gli auguri- quando fuori è ancora buio, Bruno Tucci legge on line i principali quotidiani e poi scrive sul suo computer un articolo perfetto. Sempre lo stesso numero di parole, curata la scrittura e la grafia. Yoast lo premia con la luce verde”. Yoast è il sistema che stabilisce se un articolo merita la lettura, secondo una serie di parametri di leggibilità dettati da Google. Quindi a 90 anni Tucci è nel pieno di questi tempi. I suoi articoli, di politica e attualità, li pubblica su Blitz, uno dei primi giornali online, creato nel marzo 2009 appunto da Marco Benedetto, già amministratore delegato del Gruppo L’Espresso e di Editrice La Stampa.
Il 9 gennaio Tucci ha scritto sotto questo titolo: “Giorgia Meloni con Cecilia Sala ha mostrato a tutto il mondo che l’Italia non deve prendere lezioni da nessuno”. Il 10 ha pubblicato: “Terzo mandato, divieto eredità grillina e tormento di Lega e Pd: nuove grane per la Meloni”.
Scrive ancora Benedetto che Tucci è “preciso col computer così come lo era con la tastiera della macchina da scrivere nei molti anni di una lunga carriera. Calabrese di nascita ma romano di vita e romanista di fede calcistica, Tucci entrò al Corriere di Piero Ottone, un direttore che non era facile accontentare, rimanendovi fino alla pensione. Per molti anni, 18, fu poi presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. Fu una sua idea quella di imporre un esame di cultura ai candidati pubblicisti, invenzione italiana che porta a essere giornalista tanto il primario di un grande ospedale (come ricordava Arrigo Benedetti) quanto un fattorino delle Poste”.
All’Ordine Tucci aprì una campagna contro i giornalisti che si prestavano a fare pubblicità, tema in questi tempi di ancor maggiore attualità. Richiamò Lilli Gruber, che alla fine delle sue trasmissioni faceva citare i vestiti indossati e richiamò Giulio Andreotti che, iscritto all’Ordine, faceva lo sponsor per Dinet Club, il Gorgonzola e la compagnia telefonica Tre: Ricorda Tucci: “Fu convocato e mandò il suo avvocato, Giulia Buongiorno. Tucci fece chiedere ad Andreotti di venire di persona negli uffici di piazza della Torretta, lui arrivò e si scusò: disse che non sapeva nulla della regola deontologica che impedisce i giornalisti di fare pubblicità. Lo assolvemmo”. Fu richiamato anche Giampiero Galeazzi, che a Domenica In si prestava a fare scenette comiche: “Un giornalista deve mantenere sempre la sua dignità”.
Nel 2022 Tucci ha scritto per All Around “Come eravamo”, racconto dei suoi servizi da inviato e di come il giornalismo negli anni si è profondamente trasformato. Quattro anni fa protestò dopo aver ricevuto dal Corriere dodici euro per la ripubblicazione di un suo pezzo.
(nelle foto, Bruno Tucci e la copertina di “Come eravamo”)