(V.R.) Il silenzio stampa è stato chiesto dai genitori di Cecilia Sala, affinché sia favorito il rilascio della giornalista, ma cos’è realmente e quando può essere accettato dalla categoria?
Si sentono interpretazioni che lasciano perplessi, quasi incomprensibili. Gli storici ricordano che fu inventato da Mussolini il quale, un giorno sì e uno pure, lo imponeva ai giornalisti, il silenzio, tacere o almeno sminuire, minimizzare informazioni. Lo usano i dittatori. In un paese libero il capo del governo non ci pensa neppure a ordinarlo e, se ci provasse, sarebbe preso a pernacchie.
questore e prefetto
Chi ce lo può imporre: il Questore, il Prefetto, il sindacato, l’Ordine? Nessuno. Per fortuna i giornalisti sanno di non dover obbedire ad alcuna autorità. Incontrammo questo dubbio, un po’ di anni fa, quando venne prospettato che non venissero pubblicati i proclami e le gesta delle Brigate Rosse. La maggior parte dei media non pubblica, alcuni scelsero di farlo.
Qui è ben diverso. Chiedono il silenzio i parenti di una cittadina, per di più una collega, che si trova in gravissima difficoltà, reclusa in un’altra nazione e mentre si stanno conducendo delicati colloqui riservati. Anche molti di noi pensano che una trattativa sarà più facile se le parti opereranno in un clima di riservatezza. I direttori delle testate, ad esempio, possono decidere di tenere un tono basso, di non fomentare polemiche pubblicando opinioni che si potrebbero contrapporre e scontrare fra loro, incendiando gli animi e l’ambiente già colpiti dall’arresto di Cecilia e dalle notizie sulle vergognose condizioni in cui è trattenuta. Nella nostra attività contano tante cose: quali e quante parole, quali titoli, quante righe, quali immagini. Per questo deve essere esercitata da professionisti.
partecipare al dramma
Ma un vero “silenzio stampa” – lo capiranno anche i genitori di Cecilia Sala – non può esistere neppure. Le notizie che dovessero trapelare, magari attraverso le stesse telefonate concesse alla collega, si pubblicheranno, nei modi e con il risalto che ciascuno valuterà. Decisioni che non pioveranno dall’alto e che nulla hanno a che fare invece con le silenziose manifestazioni, nelle strade e nelle piazze, che qualcuno vuole organizzare e che, se attuate senza scatenare gli animi, serviranno a mostrare solo quanti, cittadine cittadini, intendano partecipare al dramma di questa sfortunata giornalista.