Affronta il tema della guerra e si apre con una intervista al premio Nobel per la Letteratura Svetlana Aleksievič, il numero di febbraio di Donne Chiesa Mondo, mensile femminile dell’Osservatore romano curato da Rita Pinci. Da Berlino dove oggi vive, la giornalista e scrittrice nata in Ucraina, cresciuta in Bielorussia e vissuta in Russia, ha parlato a lungo con Ritanna Armeni e Lucia Capuzzi dei conflitti in corso, del suo prossimo libro, delle sue “tre case”, della Chiesa. 

“Entriamo in questo mese nel terzo anno della invasione russa in Ucraina, nel mondo sono attivi oltre cinquanta conflitti e nel frattempo in Medio Oriente una crisi tira l’altra – scrive nell’editoriale Donne Chiesa Mondo-  Il dato allarmante è che nell’ultimo anno la percentuale di vittime femminili è raddoppiata rispetto al decennio precedente; è come se il mondo, sprofondando in una spirale di violenza, cercasse di soffocare proprio quelle voci che potrebbero indicare una via d’uscita”.

Il giornale raccoglie testimonianze e storie di giovani donne che ricordano che la pace non è semplicemente l’assenza di conflitto, ma la capacità di immaginare e costruire forme diverse di convivenza.

In Israele Alessandra Buzzetti ha incontrato Lishay Miran Levi, 38 anni, la moglie di un ostaggio ancora in mano a Hamas, e Neta Caspin, 33 anni, riservista che si è congedata firmando, insieme a altri, una lettera a  Netanyhau: non serviranno più nell’esercito, fino a quando il Governo non avrà liberato gli ostaggi.

Lidia Ginestra Giuffrida ha parlato con Youmna El Sayed, 34 anni, tre figli, giornalista palestinese-egiziana, 10 anni vissuti a Gaza e ora in Egitto, che racconta la scelta tra il suo mestiere di reporter di guerra e il suo dovere di madre.

Ilaria De Bonis si è messa in contatto con Mariam, 20 anni, tre figli, rifugiata nel profughi di Malakal nel Sud Sudan e con Rachele, 17 anni, vittima di violenza nella Repubblica democratica del Congo, curata al Panzi Hospital, fondato nel 1999 da Denis Mukwege, il ginecologo premio Nobel per la pace nel 2018.

Di Tiziana Lupi è il ritratto di Barbara Caranza restauratrice specializzata nella protezione dei Beni Culturali in aree di crisi, nonché ufficiale riservista dell’esercito italiano, che ha insegnato agli ucraini come proteggere le opere d’arte.

Di Raffaella Chiodo Karpinsky il racconto delle madri dei soldati russi e la loro diplomazia dal basso per riportare i figli a casa.

Di Carmen Vogani le 5 domande a Rossella Miccio, presidente di Emergency.

C’è poi la storia tragica di Vivian Silver, che rappresenta il paradosso più straziante del rapporto tra donne e guerra in questi anni bui. Settantaquattro anni, israelo-canadese, attivista per la pace, è morta massacrata nel kibbutz Be’eri il 7 ottobre – proprio lei che aveva dedicato la vita a costruire ponti tra israeliane e palestinesi.

Romilda Ferrauto ha incontrato Houda Fadoul, la monaca siriaca cattolica, che in Siria, per dieci anni e in pieno conflitto, è stata la superiora di Deir Mar Musa Al-Habashi  (Monastero di San Mosè l’Etiope), fondato nel 1982 dal gesuita italiano Paolo Dall’Oglio, scomparso dal 29 luglio 2013 a Raqqa.

Una intervista di Diamante d’Alessio a Chiara Maretti, 48 anni, ostetrica di Varese,  da tre anni in Sud Sudan con il Cuamm – Medici con l’Africa, mette il dito su un problema preoccupante: con altre emergenze aperte diminuiscono le donazioni, la guerra sottrae risorse alla salute delle donne e l’Africa arretra.

SpazioCinema di Gloria Satta racconta il film Vermiglio.

Di artiste e guerra scrive il critico Gianluca Marziani.

Francesco Grignetti ricorda le suore al fronte durante la prima guerra mondiale.

Debutta in questo mese una nuova rubrica: “L’altra metà”, affidata a rotazione a firme maschili: la prima è quella di Rafael Luciani, laico, teologo venezuelano.

La rubrica doppia Placet / NonPlacet mette a confronto una giornalista, Alessandra Comazzi, e una teologa, Marinella Perroni.

Riflessioni finali su Santa Lucia e i femminicidi della scrittrice Tea Ranno.

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