E’ “Pioniere” il titolo di copertina di Donne Chiesa Mondo, il mensile femminile dell’Osservatore Romano curato da Rita Pinci, che esce sabato 4 gennaio. Un numero dedicato alla storia spesso dimenticata di donne che hanno travalicato i confini loro imposti: ne racconta alcune che hanno saputo trasformare le loro intuizioni in rivoluzioni silenziose, unendo profondità spirituale, rigore intellettuale e dedizione sociale.

La nobildonna italiana Sibilla De Cetto rappresenta un esempio: pioniera della medicina sociale, nella Padova del Quattrocento ha gettato le fondamenta degli ospedali moderni creando luoghi di assistenza sanitaria e cura integrale della persona, l’opposto di quello che erano gli ospizi medievali. Racconta la sua storia la giornalista padovana Laura Eduati.

Giornalista torinese, Alessandra Comazzi ripercorre invece la vicenda di Madre Rosa Govone che, nella Torino del Settecento, comprese qualcosa di rivoluzionario: il lavoro come strumento di emancipazione femminile. In un’epoca in cui alle donne erano preclusi spazi di autodeterminazione, Rosa Govone intuì che l’indipendenza economica poteva essere la chiave per scardinare strutture sociali millenarie.

Quattro sovrane sepolte a San Pietro, che non sono né sante né religiose, rappresentano altrettanti capitoli di leadership femminile lungimirante. Matilde di Canossa fu molto più di una feudataria feudale: potente come una regina, fu una stratega politica che negoziò tra papato e impero con intelligenza diplomatica. Cristina di Svezia fu un’intellettuale che sfidò i canoni del suo tempo, convertendosi al cattolicesimo e diventando un punto di riferimento culturale in un’Europa ancora frammentata. Il reportage dalla Basilica di San Pietro, che si sofferma anche sulla storia, e le tombe, di Clementina Sobieski e Carlotta di Cipro, è firmato dal giornalista Paolo Conti.

Di interesse non solo storico è la figura di Giovanna I di Napoli, spesso ingiustamente relegata nella categoria delle regine “controverse”.  Regnò – sottolinea lo storico medievista Giuseppe Perta –  in un periodo difficilissimo, gestendo conflitti complessi con una combinazione di diplomazia e fermezza che le valse critiche feroci ma le permise di modernizzare un regno.

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