di STEFANO AVANZI

John Micklethwait, Direttore editoriale di Bloomberg, ha recentemente affermato che i paywall rappresentano “il modo più sicuro per garantire posti di lavoro giornalistici”. Durante la sua lezione annuale alla City University di Londra, ha sottolineato come, dopo un periodo in cui molti nel settore offrivano contenuti gratuiti, la stampa di qualità stia ora ottenendo risultati positivi grazie all’adozione dei paywall (lettura degli articoli online a pagamento).

La dichiarazione di Micklethwait, -come riporta Press Gazette– arriva dopo anni in cui molte testate hanno optato per contenuti gratuiti, una strategia che, secondo il Direttore editoriale, ha danneggiato la sostenibilità economica della stampa di qualità. 

sicurezza e indipendenza

Micklethwait ha evidenziato due principali motivi per implementare i paywall: 

  1. sicurezza economica e occupazionale. Micklethwait ha citato l’esempio di The Economist, che ha resistito alle difficoltà del mercato adottando fin dall’inizio un modello a pagamento. Anche Bloomberg segue questa filosofia: oltre al famoso terminale finanziario, l’azienda ha attirato circa 740.000 abbonati paganti nel 2023, registrando una crescita del 50% rispetto all’anno precedente.
  1. Indipendenza editoriale. Il passaggio agli abbonamenti, secondo Micklethwait, permette alle redazioni di evitare influenze esterne, come quelle derivanti da sponsor o inserzionisti pubblicitari. Il focus si sposta interamente sul soddisfare i lettori paganti, garantendo così decisioni etiche più semplici e una maggiore libertà editoriale.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale (AI), Micklethwait ha dichiarato che Bloomberg utilizza l’automazione in oltre un terzo dei circa 5.000 articoli pubblicati quotidianamente. Ciò include l’uso di computer per monitorare i social media alla ricerca di parole chiave e l’implementazione di riassunti automatizzati in cima agli articoli, che permettono ai lettori di comprendere rapidamente il contenuto. Ha inoltre previsto che l’AI avrà un impatto maggiore sul lavoro degli editori rispetto a quello dei reporter, facilitando compiti come la verifica ortografica, l’aderenza allo stile editoriale e la verifica dei fatti.

regolamentazione in arrivo

Bloomberg ha già integrato l’IA in molti processi editoriali e Micklethwait ha fatto 8 previsioni sul futuro dell’IA nel settore:

  1. L’intelligenza artificiale cambierà il lavoro dei giornalisti più di quanto non li sostituisca
  2. Le ultime notizie continueranno ad avere un valore enorme, ma per periodi di tempo sempre più brevi.
  3. La rendicontazione avrà ancora un valore enorme
  4. Il cambiamento sarà probabilmente maggiore per gli editori
  5. Il mondo della Ricerca lascerà il posto a Domanda e Risposta
  6. Le allucinazioni saranno più facili da risolvere nel testo che nel video o nell’audio
  7. La personalizzazione diventerà sempre più una realtà
  8. La regolamentazione sta arrivando.

profondità della copertura

John Micklethwait non ritiene che l’Intelligenza artificiale ridurrà il numero di giornalisti, ma piuttosto che aumenterà la portata e la profondità della copertura giornalistica. Grazie all’automazione, Bloomberg copre più aziende e in modo più approfondito rispetto al passato, mantenendo lo stesso numero di dipendenti.

Tra gli utilizzi specifici dell’AI in redazione, Micklethwait prevede la riformattazione delle storie e la combinazione di articoli esistenti per creare bozze iniziali. Ad esempio, un algoritmo potrebbe sintetizzare più articoli per produrre rapidamente una bozza su eventi complessi, come la caduta di Assad in Siria, che i giornalisti affinerebbero successivamente.

da dieci a cinque secondi

Le breaking news continueranno a mantenere un valore cruciale, con l’IA che accelera il processo decisionale: il tempo necessario affinché i prezzi di mercato reagiscano alle notizie è passato da dieci a cinque secondi, un trend destinato a proseguire. Tuttavia, Micklethwait sottolinea che il giornalismo originale rimarrà insostituibile, poiché l’AI non può persuadere fonti umane a rivelare informazioni sensibili o segrete.

Infine, l’AI avrà un ruolo maggiore nella modifica e revisione degli articoli, aiutando a controllare ortografia, stile e fatti fondamentali, lasciando ai redattori il compito di rifinire i contenuti.

periodi limitati

John Micklethwait ha previsto che la ricerca tradizionale, come la conosciamo oggi, è destinata a scomparire a causa dell’adozione di motori di ricerca basati su Intelligenza artificiale e linguaggio naturale. Ha sottolineato l’importanza di proteggere i contenuti editoriali e di negoziare accordi con aziende come OpenAI solo per periodi limitati e somme definite, evitando di cedere eccessivo controllo o valore.

Micklethwait ha richiesto maggiore chiarezza legale da parte di tribunali e parlamenti su cosa possa essere utilizzato gratuitamente dall’AI. Ha anche evidenziato che Bloomberg non ha ancora firmato alcun accordo con aziende di Intelligenza artificiale generativa, pur riconoscendo che tali intese potrebbero sostenere il giornalismo in futuro, a seconda dell’evoluzione legislativa.

utili e affidabili

Nonostante le sfide poste dalla disinformazione generata dall’AI, Micklethwait rimane ottimista. Ha paragonato la proliferazione di contenuti di bassa qualità all’epoca del New York Sun, un giornale scandalistico che, nonostante il successo iniziale, fu superato da testate che offrivano notizie utili e affidabili.

Infine, ha espresso fiducia nel fatto che il settore del giornalismo oggi sia meglio preparato a rispondere alle nuove tecnologie, prevedendo una transizione più rapida verso contenuti di qualità rispetto al passato.

John Micklethwait ha dichiarato che l’Intelligenza artificiale potrebbe finalmente risolvere il “puzzle” della personalizzazione delle notizie, un obiettivo che considera il “Santo Graal del giornalismo”. Tuttavia, ha avvertito dell’esistenza di un “lato oscuro”, rappresentato dalla dipendenza creata dagli algoritmi di raccomandazione sui social media.

industria del tabacco

Ha criticato il fatto che le società di social media non siano responsabili dei contenuti che ospitano, grazie a regole come la Sezione 230, che le equiparano a compagnie telefoniche, esonerandole dalla responsabilità editoriale. Micklethwait ha paragonato questa situazione alle strategie difensive dell’industria del tabacco, che in passato sosteneva che fumare fosse una scelta personale.

Con l’avanzare dell’AI, ha sollevato preoccupazioni etiche, come il rischio di manipolazione emotiva: ad esempio, adolescenti che sviluppano relazioni con entità artificiali. Micklethwait è convinto che, proprio come è avvenuto per l’industria del tabacco, anche i giganti della tecnologia saranno chiamati a rispondere delle conseguenze del loro prodotto, soprattutto man mano che cresce la consapevolezza del pubblico sui loro effetti dannosi.

caso Maxwell

Micklethwait ha anche criticato la controversa sentenza della Corte Suprema del Regno Unito nel caso Bloomberg vs ZXC. Questa decisione vieta alle redazioni di identificare le persone arrestate fino a quando non vengono formalmente accusate. Secondo il direttore editoriale, questo ostacola gravemente il giornalismo investigativo, limitando la capacità dei media di rivelare potenziali scandali. Ha citato il caso emblematico di Robert Maxwell, un magnate coinvolto in frodi finanziarie, per illustrare come questa restrizione avrebbe potuto impedire l’esposizione dei suoi crimini.

(nella foto, John Micklethwait)

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