(S.A.) Il Washington Post, storica testata americana, cambia missione. Con la proclamazione del 2017, stampata in prima pagina, “Democracy Dies in Darkness” (La democrazia muore nell’oscurità), il giornale voleva continuare ad essere un punto di riferimento per il giornalismo investigativo e la denuncia degli abusi di potere. Ora, con l’adozione del nuovo “Riveting Storytelling for All of America” (Narrazione avvincente per tutta l’America), si propone di parlare a un pubblico più ampio, che probabilmente comprende anche gli elettori di Trump.
Questa nuova direzione non rinnega l’altro slogan, ma traccia una rotta per il futuro del giornale. La strategia è stata annunciata da Suzi Watford, responsabile della strategia aziendale, che ha sottolineato la necessità di “combinare uno spirito investigativo con fonti credibili e di raccontare storie di grande impatto in formati che rispondano alle esigenze moderne”.
Dietro questa trasformazione c’è l’influenza di Jeff Bezos, proprietario del Washington Post dal 2013. Bezos ha più volte espresso il desiderio di ampliare la platea dei lettori, raggiungendo i colletti blu delle zone rurali, tradizionalmente più conservatrici. L’obiettivo è rendere il Post una piattaforma capace di parlare a tutto il Paese, superando le divisioni ideologiche.
Tra i piani per raggiungere questo traguardo, vi sono:
- espansione dei contenuti di opinione, accogliendo punti di vista più vari e diversificati.
- distinzione più netta tra informazione e opinione, per garantire maggiore trasparenza.
- uso di Intelligenza artificiale per personalizzare i contenuti e migliorare l’esperienza utente.
La visione di Bezos è ambiziosa. L’obiettivo dichiarato è raggiungere 200 milioni di utenti paganti, un traguardo che la dirigenza ha definito un “Big Hairy Audacious Goal” (BHAG), ovvero un obiettivo audace e visionario. Per il momento, però, il Post è lontano da questa meta: conta meno di 3 milioni di abbonati digitali, contro gli 11 milioni del rivale New York Times.
Per raggiungere il target, il Post intende esplorare nuove forme di monetizzazione, sfruttando i milioni di lettori che accedono ai contenuti tramite piattaforme come Apple News, social media e podcast. Tuttavia, questi utenti sono difficili da “convertire in ricavi”, poiché gran parte dei guadagni pubblicitari viene assorbita da intermediari.
Il clima interno al Washington Post resta teso. Dal 2023, il giornale ha registrato perdite significative, pari a 77 milioni di dollari, e affronta una profonda crisi di fiducia tra i dipendenti. La nomina del CEO Will Lewis, criticato per i suoi legami con testate coinvolte in scandali, ha provocato malumori in redazione. Più di 400 dipendenti hanno firmato una lettera indirizzata a Bezos, esprimendo preoccupazione per le decisioni manageriali che, a loro dire, hanno compromesso l’integrità del giornale e spinto molti colleghi di spicco a lasciare.