di STEFANO AVANZI
L’Associated Press (AP), una delle principali agenzie di stampa mondiali, è accusata dall’amministrazione Trump di favorire una visione progressista attraverso il suo influente Stylebook, il manuale di stile utilizzato da giornalisti e redazioni in tutto il mondo.
Secondo la Casa Bianca, alcune delle linee guida dell’AP riflettono una precisa ideologia politica su temi come l’immigrazione, il genere e le questioni razziali. Tra le disposizioni più contestate dai conservatori ci sono:
- Copertura delle notizie transgender: l’AP consiglia di evitare il “falso equilibrio”, sconsigliando di includere opinioni di fonti non qualificate per “bilanciare” una storia su questioni transgender.
- Uso del termine “cure che affermano il genere”: l’agenzia incoraggia l’utilizzo di questa espressione per descrivere trattamenti medici destinati alle persone transgender, includendo consulenza, terapia ormonale e interventi chirurgici.
- Maiuscola per “Black” ma non per “White”: l’AP scrive “Black” con la maiuscola per sottolineare l’identità culturale, mentre “white” rimane in minuscolo per evitare associazioni con il suprematismo bianco.
- Descrizione degli immigrati: il manuale sconsiglia l’uso di termini come “immigrato illegale”, preferendo espressioni come “persone prive di status legale permanente”.
Per i sostenitori di Trump, queste scelte sono una forma di manipolazione del linguaggio finalizzata a imporre una narrazione progressista. Taylor Budowich, vice capo dello staff dell’ex presidente, ha accusato l’AP di usare il proprio manuale come strumento per diffondere un’agenda politica ostile ai valori conservatori.
Uno degli episodi più emblematici di questa tensione è stata la disputa sulla denominazione del Golfo del Messico. Durante l’amministrazione Trump, un ordine esecutivo chiedeva ai media di adottare il termine “Golfo d’America” per riferirsi alla storica insenatura che bagna gli Stati Uniti, il Messico e Cuba.
L’AP ha rifiutato di adeguarsi, sostenendo che il nome “Golfo del Messico” è in uso da oltre 400 anni ed è universalmente riconosciuto. Questa decisione ha scatenato la reazione della Casa Bianca, che ha negato l’accesso ai giornalisti dell’AP a diversi eventi ufficiali, tra cui allo Studio Ovale e di viaggiare a bordo dell’Air Force One durante una visita in Florida.
Il dibattito sulle scelte linguistiche dell’AP ha trovato ampio sostegno nei circoli conservatori e tra gli opinionisti vicini a Trump. Figure come Mike Cernovich hanno iniziato a segnalare sul web voci dello Stylebook ritenute problematiche, contribuendo a rafforzare l’idea che i media mainstream siano parte di una narrazione progressista imposta dall’alto.
Dall’altra parte, l’AP ha difeso il proprio lavoro, ribadendo che le sue scelte editoriali si basano su criteri giornalistici indipendenti e non su una specifica agenda politica. “Se il nostro giornalismo non fosse imparziale, non avremmo clienti su tutto lo spettro politico”, ha dichiarato Lauren Easton, vicepresidente della comunicazione aziendale dell’AP.