I big della consulenza, della finanza e degli investimenti si adeguano al nuovo corso del Presidente Usa Trump contro le politiche di inclusione. Dopo Accenture, Deloitte. Il gruppo ha chiesto ai dipendenti che lavorano su contratti con il Governo americano di rimuovere i pronomi che indicano il loro genere dalle firme nelle rispettive email. In un’email inviata la settimana scorsa allo staff -secondo quanto riportato dal Financial Times il gruppo ha spiegato che i cambiamenti richiesti sono pensati per “allinearsi alle pratiche e ai requisiti emergenti dei clienti governativi”. Non solo all’esterno: Deloitte Usa intende anche abbandonare i programmi per l’inclusione e la diversità. In un’altra email è stata preannunciata la fine degli obiettivi sulla diversità, di un rapporto annuale su diversità e inclusione e dei programmi associati. La società dovrebbe mantenere alcune iniziative per l’inclusione e migliorare le pratiche di assunzione, per fare in modo che siano giuste e non discriminatorie. Goldman Sachs Group ha deciso di abbandonare la politica che escludeva dalle operazioni di offerta pubblica iniziale (Ipo) le società con consigli di amministrazione composti esclusivamente da uomini bianchi. La banca d’investimento aveva introdotto nel 2020 una regola che imponeva la presenza di almeno un membro del board proveniente da gruppi sottorappresentati per poter gestire la quotazione di un’azienda negli Usa o in Europa occidentale. Nel 2021 il requisito era stato ampliato a due membri, di cui almeno una donna. “In seguito agli sviluppi normativi relativi ai requisiti di diversità nei consigli di amministrazione, abbiamo deciso di porre fine alla nostra politica formale in materia”, ha dichiarato Tony Fratto, portavoce di Goldman Sachs.

La notizia è riportata dalla “Rassegna sui generis”, raccolta di notizie sulle donne, curata da GiULiA Giornaliste. La Rassegna esamina Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Domani, Il Giornale, Il Manifesto, Il Messaggero, Il Fatto quotidiano, Avvenire, Libero, La Verità, La Gazzetta dello Sport, Tutto Sport, Corriere dello Sport e dà uno sguardo al web. Nella settimana dal 10 al 15 febbraio 2025 le firme in prima pagina sono state di 1060 uomini e 331 donne. Editoriali, commenti e analisi: uomini 195, donne 32. Le interviste: a uomini 217, a donne 67. Questa settimana il record negativo va al Corriere dello Sport, con zero firme femminili in prima pagina.

MENO FACILE. Sulla Verità un articolo segnala la frenata dei laburisti inglesi a proposito dell’idea di rendere più facile il cambio legale del sesso attraverso una specie di autocertificazione. Secondo quanto sostenuto dal Times, insistere su questo tema scontenterebbe gli elettori labour, offrendo una sponda all’ultra destra di Farage. Questa sorta di autocertificazione offrirebbe spazio anche a Musk, critico nei confronti di Starmer e a persone come la scrittrice J.K Rowling, in prima fila contro “l’oltranzismo trans”.

CERTFICAZIONE ENEL. In Italia, invece, al gruppo Enel arriva la certificazione sulla parità di genere. Nel gruppo di 60mila dipendenti in tutto il mondo, uno su cinque è donna (22%) e il numero di donne manager dal 2023 al 2024 è aumentato a livello globale dell’1,5%, passando dal 53,9% al 55,4% dell’organico, superando già il target del 50% previsto al 2026.

LEADERSHIP FEMMINILE. Su Qn Sabrina Mangia, 46 anni, prima donna al vertice di Mirabilandia, parco divertimenti in Emilia-Romagna, spiega cosa è per lei la leadership femminile: ascolto, comprensione e empatia, prerogative imparate durante una grave malattia. Grazie all’aiuto di marito e genitori riesce a conciliare lavoro e vita dei due figli e sogna di realizzare un parco giochi per i bambini dei dipendenti.

TRENTA SECONDI. La Cassazione ha ordinato l’appello bis per l’ex sindacalista della Fit Cisl accusato da Barbara D’Astolto, ex hostess, ora insegnante di scuola primaria, di molestie sul luogo di lavoro. Nei due precedenti gradi di giudizio l’uomo era stato assolto perché si era sostenuto che in 20-30 secondi dall’inizio delle molestie, la vittima avrebbe potuto dileguarsi e non l’ha fatto. D’Astolto era stata intervistata il giorno prima della sentenza da la Repubblica, con richiamo in prima pagina sulla sua vicenda. D’Astolto ha affermato che aveva anche scritto all’allora segretaria Cisl Annamaria Furlan, senza ricevere risposta. Per trovare il nome dell’ex sindacalista bisogna leggere l’intervista di Hoara Borselli sul Giornale, dove Raffaele Melo, oltre a lamentarsi per non essere stato creduto in quanto uomo, accusa la donna di essersi voluta vendicare per aver perso la vertenza aperta nei confronti dell’azienda. All’indomani della sentenza della Cassazione molti giornali, tranne il Corriere della Sera che la relega in un taglio basso in una pagina interna, hanno messo in prima pagina questa vicenda, che riguarda il controverso nodo giuridico del consenso nei casi di violenza sessuale. L’ex sindacalista non ha subito, seppure indagato e poi imputato, nessun procedimento disciplinare da parte della Cisl.

MATTANZA CONTINUA. Su Qn ampio servizio sulla mattanza delle donne: tre i casi in 72 ore, 5 dall’inizio dell’anno. L’ultima vittima è Cinzia D’Aries, 51 anni, morta per mano del marito Pietro Quartuccio, 56 anni, a Venaria nel Torinese. Il suo corpo è stato trovato sul pavimento del bagno, con ferite di arma da taglio alle spalle, mentre il coniuge rantolava nel tinello dopo aver ingerito una quantità di farmaci imprecisata.

Continuano le ricerche del corpo di Johanna Nataly Quintanilla, 40 anni, baby sitter a Milano. Il suo compagno Pablo Heriberto Gonzales Rivas, 48 anni, ha confessato l’omicidio della donna, ma non ha aiutato a individuare il corpo. Questa vicenda, dopo una comparsa sulle pagine nazionali, si trova solo nelle cronache milanesi dei giornali. 

Rispunta la parola “raptus”, che sembrava scomparsa dalle cronache, nel caso di Eleonora Guidi, uccisa dal compagno, che poi si è gettato da una finestra. GiUliA e la Commissioni Pari Opportunità di Fnsi, Usigrai e  Ordine dei giornalisti si battono contro l’utilizzo di questo stereotipo, superato anche  da un punto di vista clinico e della giurisprudenza. 

L’Osservatorio di “Non una di meno” conta, in questo inizio d’anno, anche 5 tentati femminicidi, l’ultimo a Mantova. I dati Istat parlano di un forte aumento delle chiamate al numero antiviolenza 1522. Mancano fondi stabili per i centri antiviolenza ed esiste un problema anche da parte dei media: se una vittima è italiana e l’aggressore straniero, ad esempio, la copertura è più forte. 

QUOTE AZZURRE. Su Avvenire e Messaggero si parla di quote azzurre, o blu, per gli psicologi: su 164.805 iscritti all’Ordine, 141.727 sono donne e solo 23 mila sono uomini. In queste settimane, in cui si rinnovano i consigli degli Ordini regionali, per la prima volta si applicherà il Regolamento per la professione psicologica varato lo scorso anno dal ministero della Salute, che prevede la garanzia di una quota di almeno il 20 per cento delle preferenze per il genere meno rappresentato tra i candidati.

AVVOCATE DISCRMINATE. Sul Sole, una ricerca: quasi sei su dieci commercialiste e avvocate dichiarano di aver subito discriminazioni di genere nel corso della carriera; un po’ meno le notaie (quasi quattro su dieci). Il lavoro è opera della Fondazione Ossicini, per conto dell’Osservatorio sulle pari opportunità delle professioni ordinistiche. L’indagine è stata sviluppata sulla base di un questionario a cui hanno risposto oltre 7.500 professionisti, in lieve maggioranza donne.

La “Rassegna sui generis” è curata da Barbara Consarino con Caterina Caparello, Gegia Celotti, Laura Fasano, Paola Rizzi, Luisella Seveso e Maria Luisa Villa.

(nella foto, consiglio di amministrazione della compagnia ferroviaria tedesca Leipzig- Dresden, 1852)

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