L’hanno scritto tutti: “il giornalista italiano” Vincenzo Lorusso. L’uomo che sabato 22 febbraio ha consegnato a Marija Zacharova, portavoce del ministro degli Esteri russo Lavrov, 10mila firme di italiani e russi residenti in Italia contro il “discorso blasfemo” del Presidente italiano Mattarella. Lorusso il 25 febbraio su X dice che le firme sono arrivate a 29mila e che saranno controllate una per una, visto che sono uscite notizie secondo le quali alcune sarebbero fasulle.
Ma questa storia è stata messa in piedi da un “giornalista”? Il “giornalista italiano” Vincenzo Lorusso, “dell’agenzia di stampa International Reporters e autore del canale telegram Donbass Italia”? Lorusso si dichiara “giornalista freelance”, sposato con una cittadina del Donbass, regione ucraina con forte presenza di russi, occupata con la guerra del 2022.
provedimento disciplinare
E’ sorta una domanda: se è giornalista va incontro a qualche provvedimento disciplinare per aver operato ai danni del Presidente della Repubblica? Forse no. Ma se ha prodotto firme false? In tal caso, probabilmente sì.
Una ricerca sul sito dell’Ordine nazionale dei giornalisti, accessibile a tutti, rivela che c’è un solo Vincenzo Lorusso iscritto agli Albi dei professionisti e pubblicisti italiani e appartiene all’Ordine della Puglia. Fonti dell’Ordine nazionale spiegano che da alcuni giorni cercano di capire se il Lorusso delle firme anti-Mattarella sia iscritto: per ora è stato accertato che il Lorusso pugliese non c’entra nulla con quello del Donbass. Quindi, al momento, il Lorusso del Donbass, che dopo la consegna delle firme ha cantato “Bella ciao” con Zacharova non risulta iscritto, per cui non è “giornalista italiano” e i media farebbero bene a non chiamarlo più così. A scanso di equivoci, l’Ordine sta compiendo ulteriori accertamenti, per escludere in modo definitivo l’appartenenza di Lorusso del Donbass alla categoria professionale dei giornalisti italiani.
motti di spirito
Per alcuni giorni l’elenco delle firme è stato disponibile in rete e così qualcuno ha affermato che conteneva nomi tipo “Ciolanka Sbilenka, Vagina Quasinova e Galina Kocilova”, nomi che facevano parte di vecchi motti di spirito. E’ stata fatta l’ipotesi che le firme del tutto o in parte siano state elaborate attraverso un bot. Dopo la “scoperta” è stata disabilitata la possibilità di leggere l’elenco dei firmatari e Lorusso ha dato appuntamento a “tutti i colleghi alla conferenza stampa, che si svolgerà prima delle proiezioni dei documentari di Russia Today, al BB Service di Genova, Sabato 1 Marzo, ore 15”.
Tutta la vicenda nasce da un discorso tenuto dal Presidente Mattarella all’Università di Marsiglia il 5 febbraio. In in passaggio che prendeva le mosse dalla storia del Novecento ha detto: “La crisi economica mondiale del 1929 scosse le basi dell’economia globale e alimentò una spirale di protezionismo, di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze… Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali… Anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura… Emblematico rimane l’Accordo di Monaco del 1938, che concesse alla Germania nazista l’annessione dei Sudeti, territorio della Cecoslovacchia… La strategia dell’appeasement non funzionò nel 1938. La fermezza avrebbe, con alta probabilità, evitato la guerra. Avendo a mente gli attuali conflitti, può funzionare oggi? Quando riflettiamo sulle prospettive di pace in Ucraina dobbiamo averne consapevolezza.
“Le parole di Mattarella non resteranno senza conseguenze”, ha subito commentato la portavoce del ministero degli Esteri russo sulla tv di Stato russa. Poi sono le arrivate le migliaia di firme di Vincenzo Lorusso.
Professione Reporter