I giornali italiani scoprono lo sport femminile, sull’onda di grandi risultati: Dosso, Brignone, Iapichino. E’ un dato rilevante della “Rassegna stampa sui generis”, curata da GiULiA Giornaliste, nella settimana dal 10 al 15 marzo 2025.
La settimana è dominata dalle campionesse, ma quando non c’è il podio lo sport femminile è sostanzialmente assente sui giornali. Federica Brignone campeggia su tutte le prime pagine dopo aver vinto il SuperG. Seconda Goggia a un centesimo di secondo. La lunghista Larissa Iapichino vince l’oro agli Europei. La Gazzetta dello Sport riporta che continua a studiare legge e spera di specializzarsi nella difesa dei diritti degli atleti. Il volto nuovo è quello di Zaynab Dosso, velocista originaria della Costa d’Avorio, campionessa europea dei 60 metri piani, traguardo mai raggiunto da una italiana.
Poi, su Domani Antonella Belluti, ex atleta, campionessa di ciclismo, formatrice e consulente, vicepresidente Associazione Nazionale Atlete, affronta un tema delicato, quello delle mestruazioni delle atlete. La prima a rompere il tabù fu Sara Simeoni, che dichiarò, dopo aver infranto il record del mondo di salto in alto con 2 metri e 1, di aver gareggiato con il ciclo: avere le mestruazioni non era una disgrazia. Solo il 9% degli studi di Scienza dello Sport riguarda le donne.
FIRME, POCHE. La Rassegna, che esamina come la stampa racconta le donne, è basata su Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Domani, Il Giornale, Il Manifesto, Il Messaggero, Il Fatto quotidiano, Avvenire, Libero, La Verità, La Gazzetta dello Sport, Tutto Sport, Corriere dello sport, con uno sguardo al web.
Dal 10 al 15 marzo le firme in prima pagina sono state di 762 uomini e 290 donne. Editoriali, commenti e analisi: uomini 137, donne 27. Interviste: a uomini 164, a donne 63.
FIGLIE E MADRE. Francesca Mannocchi sulla Stampa scrive da Kostantinivka in Ucraina, 30 km da Kramatorsk e 20 ore di coprifuoco. Mannocchi racconta la vita di Valentina Trofimova, due figlie e una madre a cui badare, oltre all’impegno da volontaria, nella città ridotta in macerie, dove i 10 mila abitanti (erano 70 mila) vivono solo di aiuti Onu. “Da qui la speranza per le dichiarazioni di Gedda è tiepida se non inesistente. Valentina non ha tempo per sentire la radio e dice che le parole fanno bene solo a chi non vive sotto le bombe”.
GENOCIDIO A GAZA. Rapporto Onu sulla situazione delle donne in Medioriente. Il Manifesto titola “La striscia degli orrori“: si parla anche di ritorno al Medioevo per le partorienti e di ovuli e embrioni non fecondati distrutti di proposito. Anche Il Sole 24 Ore dà spazio al Rapporto, che accusa Israele di genocidio e violenza contro le donne a Gaza: 50 pagine redatte da una Commissione indipendente descrivono “l’uso sistematico di violenza sessuale, riproduttiva e altre violenze di genere. Donne e ragazze sono morte anche per complicazioni legate al parto e alla gravidanza a causa della negazione alla assistenza umanitaria e la distruzione del sistema sanitario, oltre all’uso della fame come metodo di guerra”.
REATO SPECIFICO. Il rafforzamento del “Codice Rosso”, con l’approvazione di un disegno di legge che introduce il delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza contro le donne e a tutela delle vittime, sta sollevando un dibattito tra giuristi, politici e sociologi. Il politologo Luca Ricolfi, intervenuto sul Messaggero e sulla Verità ha evidenziato la difficoltà di rispettare il termine dei tre giorni entro i quali il pubblico ministero deve sentire la vittima, considerando le carenze di organico nelle procure.
DELITTO D’ONORE. Il governo difende il provvedimento, paragonandolo all’abolizione del delitto d’onore, come ha fatto la ministra ( sempre chiamata ministro) Eugenia Roccella su La Verità. Il vero problema, secondo Ricolfi, non riguarda solo i femminicidi ma anche la violenza domestica e le aggressioni sessuali, che restano sottostimate: su circa 6.000 denunce annue, i casi reali potrebbero essere 30.000. Inoltre, senza risorse finanziarie, molte donne non riescono ad accedere alla giustizia. La riforma dovrebbe quindi includere sostegni economici. Parallelamente, riferisce Il Fatto, il disegno di legge sulle intercettazioni, voluto dal ministro Nordio, con il limite massimo di 45 giorni, rischia di depotenziare le indagini sulle violenze di genere.
VITTIME IN CALO. Secondo i dati del Servizio Analisi Criminale delle forze di polizia, riportati da La Stampa, nel 2024 i femminicidi sono diminuiti, da 117 (nel 2023) a 113 casi, di cui 91 avvenuti in ambito familiare e 61 perpetrati da compagni o ex partner. Tuttavia, si è registrato un incremento delle misure di prevenzione: i casi di ammonimento da parte dei questori sono più che raddoppiati. Gli allontanamenti dei maltrattanti da casa sono più che triplicati. Il revenge porn è aumentato del 6%, con il 65% delle vittime donne (90% italiane). Le violenze sessuali denunciate sono state 6.587, con un aumento del 6%.
Le regioni con il maggior incremento di reati sono Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Liguria.
UOMINI RIEDUCATI. Un’inchiesta di Laura Berlinghieri su La Stampa affronta la rieducazione degli uomini maltrattanti. Gli ultimi dati disponibili (2022) indicano che 4.174 uomini sono stati condannati a percorsi di rieducazione, ma i centri specializzati sono solo 94. Le attese per accedere a questi programmi vanno da due mesi a un anno. Inoltre, i costi sono a carico dei condannati e possono arrivare fino a 2.000 euro.
AFFRONTARE MOLESTIE. Il Quotidiano Nazionale ricorda che secondo un’indagine del 2019 l’85% delle giornaliste ha subito molestie sul posto di lavoro. Nella sede della Federazione Nazionale della Stampa, è stato presentato un vademecum in cinque punti per affrontare il fenomeno, redatto dalle Cpo della Fnsi, Ordine dei giornalisti e Usigrai e da GiULiA giornaliste.
PAROLA TRANS. Il Quotidiano Nazionale scrive che una coppia di genitori di Ercolano è stata arrestata con l’accusa di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia nei confronti della figlia, 19 anni, colpevole di aver intrecciato una relazione con una ventenne. Nelle cronache del Messaggero si dice che la ragazza è stata segregata perché innamorata di una ragazza trans. Per il Corriere i genitori della ventenne non approvavano la sua relazione con un ragazzo in transizione per diventare maschio. Su Libero una breve per la giovane sequestrata dai genitori “perché lesbica”. La versione corretta appare quella del Corriere.
BIANCANEVE MINORE. Dagli Usa il Corriere riporta una situazione paradossale che riguarda la fiaba di Biancaneve, portata sullo schermo con attori in carne ed ossa dalla Disney. La nuova Biancaneve, interpretata dall’attrice latina Rachel Zegler, offre una narrazione meno dipendente dal salvataggio maschile, più femminista e inclusiva. La prima del film a Los Angeles è prevista in tono minore, senza tappeto rosso e senza giornalisti, segnale del cambiamento di linea della Disney, che ha chiuso molte iniziative legate a diversità, equità e inclusione. Oltretutto Zegler ha definito la vittoria di Trump “una malattia del paese”.
BLACK GIRL. In piazza della Signoria a Firenze, insieme al David di Michelangelo e al Perseo di Cellini, è protagonista fino a settembre una nuova scultura, “Time Unfolding”, dell’artista inglese Thomas J. Price, al quale è dedicata una mostra al Museo Novecento della città. La scultura, alta 4 metri, in bronzo dorato, rappresenta una ragazza di colore dei giorni nostri che guarda un cellulare. La black girl si impone tra i simboli del potere rinascimentale e ha suscitato lo sdegno del Giornale che l’ha definita “il trionfo dell’ideologia woke”.
Questa rassegna è stata curata da Luisella Seveso e Maria Luisa Villa.
(nella foto, Zaynab Dosso)