Dieci giornalisti, che hanno seguito le proteste scoppiate dopo l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, sono stati arrestati dalle autorità turche. Lo riferisce il sito Cumhuriyet. L’Associazione dei giornalisti turchi (Tcg) in una nota ribadisce il diritto dell’opinione pubblica a ricevere notizie: “Nei Paesi democratici le istituzioni hanno la responsabilità di garantire la vita e la sicurezza sul lavoro dei giornalisti. Nel nostro Paese, al contrario, i rappresentanti delle istituzioni agiscono in contrasto con le loro leggi fondanti e minacciano costantemente la vita e la sicurezza del lavoro dei giornalisti”. 

Tra i nomi resi noti compaiono reporter di testate nazionali e internazionali, oltre a fotoreporter e collaboratori della municipalità: Zeynep Kuray, Hayri Tunç, Ali Onur Tosun (Now), il fotoreporter Bulent Kiliç, Yasin Akgul, corrispondente dell’Agence France-Presse, e Kurtulus Ari, fotoreporter del Comune di Istanbul. Con loro anche Zisan Gur del portale Sendika, l’ex corrispondente di Cumhuriyet Gokhan Kam, il fotoreporter Murat Kocabas e Baris Ince del quotidiano BirGun.

I giornalisti sarebbero stati fermati mentre documentavano le proteste, accusati dalle forze di sicurezza di non aver rispettato gli ordini di dispersione. 

L’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, e quelli dei cittadini che hanno partecipato alle proteste che ne sono seguite “sollevano degli interrogativi” sull’adesione della Turchia alla sua lunga tradizione democratica. Lo ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Guillaume Mercier, nel corso del briefing con la stampa. La Turchia, ha aggiunto il portavoce, deve sostenere i valori democratici in quanto Stato che fa parte del Consiglio d’Europa e che è impegnato in un percorso verso l’adesione all’Ue.

Il sindaco di Istanbul ed esponente del Partito popolare repubblicano (Chp) all’opposizione, Ekrem Imamoglu, è stato arrestato il 18 marzo insieme ad alcuni funzionari del suo ufficio. L’arresto ha provocato delle proteste di massa che da giorni riempiono le piazze di istanbul e altre città del Paese. Il tribunale di Istanbul ha confermato la misura di custodia cautelare in carcere per Imamoglu, che è stato sospeso dall’incarico di primo cittadino. Le accuse per Imamoglu sono di corruzione e sostegno al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), dichiarato dalla Turchia organizzazione terroristica.

Le primarie tenute dal Partito popolare repubblicano (Chp) hanno designato ufficialmente Ekrem Imamoglu candidato alle presidenziali del 2028 in Turchia. 

“Il concetto di democrazia del partito di Imamoglu non può andare oltre la commedia”, ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, commentando i risultati delle primarie.

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