Tra le proposte di legge sulla semplificazione del sistema elettorale dell’Ordine dei giornalisti, la Commissione Cultura della Camera ha adottato come testo base una proposta di Fdi -primo firmatario Andrea Mascaretti- che modifica anche la composizione del Consiglio nazionale dell’Ordine e dei Consigli regionali. La proposta aumenta il numero dei pubblicisti nel Consiglio nazionale e nei Consigli regionali: attualmente il Consiglio nazionale è composto da 40 professionisti e 20 pubblicisti, mentre si passerebbe a 36 professionisti e 26 pubblicisti. I Consigli regionali sarebbero composti da cinque professionisti e quattro pubblicisti (rispetto agli attuali sei più tre).
Alessandra Costante, Segretaria Fnsi, ha dichiarato: “L’obiettivo è occupare il Consiglio nazionale e i Consigli regionali con chi non fa il giornalista. Segnaliamo che l’Ordine dei giornalisti è l’unico Ordine professionale a non essere governato solo da giornalisti, ma anche da insegnanti, avvocati, ferrovieri, ingegneri e altri esponenti di onorevolissime professioni, ovvero pubblicisti, che per la legge 69 del 1963 sono giornalisti con un altro lavoro prevalente”.
I problemi dell’informazione in Italia, ha aggiunto Costante, “sono dati da un Ordine pletorico con oltre 100mila iscritti, dei quali meno del 40 per cento svolgono davvero il lavoro del giornalista e hanno una posizione previdenziale aperta. In Francia, ad esempio, è giornalista chi vive di giornalismo. I problemi dell’informazione in Italia sono quelli di un settore sottofinanziato, con colleghi sottopagati, che proprio grazie alla pletoricità dell’Albo costituiscono un esercito di riserva per gli editori. I problemi dell’informazione in Italia sono collegati, ad esempio, alla mancanza di regole per l’intelligenza artificiale e allo strapotere degli Over the top”.
Nel testo base adottato si prevede inoltre l’estensione da tre a quattro anni della durata del mandato dei consiglieri degli Ordini regionali e dell’Ordine nazionale nonché dei revisori dei conti, introducendo un tetto al limite dei mandati consecutivi per i membri dei Consigli regionali e nazionale e un limite di due mandati non consecutivi per i revisori; e si semplifica il sistema elettorale, prevedendo un’unica tornata, con la doppia preferenza di genere, rispetto all’attuale sistema a tre turni. Ora il testo base sarà sottoposto agli emendamenti.