Scambio di cortesie fra giornalisti Rai. Maria Cuffaro, anchorwoman del Tg3, ha detto a Otto mezzo di Lilli Gruber (La7) che la scelta Rai di sospendere i servizi giornalistici dalla Russia sarebbe stata frutto di “valutazioni dei colleghi”, secondo i quali “non c’erano le condizioni”. Cuffaro ha aggiunto che “i colleghi devono semplicemente leggere i comunicati della Tass”, l’agenzia ufficiale del Cremlino.
La sospensione dei servizi riguarda il capo della sede di Mosca Marc Innaro (già al centro di un’interrogazione in Vigilanza per gli interventi ritenuti filo-Putin); il corrispondente Sergio Paini e i tre inviati Alessandro Cassieri, Giammarco Sicuro e Nico Piro. I cinque giornalisti hanno spedito una lettera di protesta all’Usigrai per denunciare le “gravi dichiarazioni” della collega in una trasmissione della concorrenza. Di Maria Cuffaro non fanno mai il nome, ma viene indicata come volto noto del Tg3, dirigente aziendale, conduttrice del tg sugli esteri e di molti speciali sulla guerra. La collega -si legge nella lettera- ha detto “cose non corrispondenti al vero”. L’aggravante è che le sue parole sono finite sul web e sui social; quindi, hanno una circolazione che compromette la reputazione della Rai e “l’onorabilità” dei mittenti della missiva.
La decisione di sospendere i servizi dalla Federazione Russa -spiegano nella lettera- è stata presa dopo l’entrata in vigore della legge che prevede forti pene detentive per chi pubblica notizie ritenute false dal Cremlino ed è stata presa dai massimi vertici aziendali, che non hanno chiesto loro né un parere preventivo né un’opinione: “Noi abbiamo svolto il nostro lavoro come da canoni della legge professionale e tutti gli altri parametri deontologici. La Rai mai ha propinato veline di chicchessia al suo pubblico”.
Per questo chiedono all’azienda di ristabilire la verità, formalmente e pubblicamente.