di VALENTINA RENZOPAOLI

Chiara Ferragni da influencer a editorialista. Poche righe, scritte su una “storia” di Instagram, destinata a cancellarsi 24 ore dopo, sono bastate per ribaltare ruoli e referenti.

La Ferragni, già “editore” di se stessa, critica Milano sui suoi “canali”, definendola “violenta” e in un batter d’occhio il suo slogan si trasforma in un’“analisi sociologica”, degna di asfaltare giornali, suscitare reazioni, sollecitare polemiche, persino scomodare il sindaco di Milano in persona, per replicare alla “sensazione”  espressa dalla influencer, secondo la quale “la situazione” a Milano sarebbe “fuori controllo”. 

“ANGOSCIATA E AMAREGGIATA”

“Sono angosciata e amareggiata dalla violenza che continua a esserci a Milano. Ogni giorno – ha scritto sul suo profilo da 27 milioni e mezzo di follower – ho conoscenti e cari che vengono rapinati in casa, piccoli negozi al dettaglio di quartiere che vengono svuotati dell’incasso giornaliero, persone fermate per strada con armi e derubate di tutto. La situazione è fuori controllo. Per noi e i nostri figli – ha concluso – abbiamo bisogno di fare qualcosa. Mi appello al nostro sindaco Beppe Sala”. 

L’opinione, immediatamente ribattuta dalle principali agenzie di stampa, ha trovato spazio nel giro di pochi minuti sulle home page dei principali quotidiani on line, che a loro volta, l’hanno rilanciata sui rispettivi social. Poche ore dopo, ecco la replica del sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “Le mie risposte sono sempre attraverso il lavoro. Lavoreremo ancora di più, non condivido quello che lei dice, ma capisco che sia un tema delicato e che c’è una sensibilità della città, questo è un periodo difficile”.

sintomo di cambiamento

Opinione, quella di Chiara Ferragni, cavalcata pure dal leader della Lega, Matteo Salvini, che ricondivide su Facebook l’appello. 

Che ciò che dice, o scrive, Chiara Ferragni ai suoi seguaci faccia notizia, non è una notizia. Ciò che suscita interesse è la sostituzione dei ruoli. Il fatto che l’angosciato sfogo dell’imprenditrice digitale, basato sul fatto che suoi conoscenti e amici vengano “rapinati in casa”, o “fermati per strada o derubati”, senza peraltro che vengano citati luoghi, date, fatti precisi – ovvero la base di una notizia – sia più influente di un editoriale o di un corsivo su un giornale accreditato, questo sì, è sintomo di un cambiamento.

Sono i cosiddetti “influencer”, vip, personaggi pubblici ad avere bisogno dei giornali o, al contrario, sono i giornali ad avere bisogno di chi trascina virtualmente masse attraverso bacheche digitali, pronte a cancellare tutto nel giro di 24 ore? 

Il giornalismo dovrebbe chiederselo. 

giovani e talentuosi

Cosi come dovrebbe chiedersi che conseguenze potrebbe avere sul futuro dell’informazione l’operazione, passata quasi inosservata, conclusa qualche giorno fa, che vede protagonista il Gruppo GEDI, che in Italia possiede La Repubblica, La Stampa, L’Huffinghton post, il Venerdì, Radio Deejay, Radio Capital, almeno una decina di giornali locali. Il maxi gruppo editoriale, appartenente alla famiglia Agnelli-Elkann, ha acquisito il 30% di Stardust, una startup nata durante la pandemia che si occupa di formare influencer, attraverso una vera e propria academy, dove vivono e crescono i giovani e talentuosi TikToker italiani. Sturdust produce oggi circa 1.200 contenuti originali al giorno, e attrae oltre 500 creator, influencer e ambassador, la cui attività genera oltre 15 miliardi di visualizzazioni all’anno e 20 milioni di interazioni al mese. Numeri da capogiro, che fanno gola. Ecco, infatti, come commenta l’operazione Maurizio Scanavino, amministratore delegato di GEDI: “La nostra strategia digitale compie un deciso passo in avanti perché ci permette di distribuire a nuove audience i nostri contenuti – in ambito news, audio e intrattenimento – e di approfondire le dinamiche e i linguaggi propri di comunità digitali finora non raggiunte dall’offerta di GEDI”. 

(nella foto, Chiara Ferragni)

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