Sei e sette ottobre, Corriere della Sera senza le firme dei giornalisti.
Questa forma di protesta, che al quotidiano di via Solferino non veniva messa in atto da molti anni, è stata decisa dal Comitato di redazione “per protestare contro la decisione dell’Azienda di chiusura del tavolo di confronto sulla flessibilità del lavoro”. Gran parte della redazione vorrebbe continuare ad avere la possibilità di lavorare da casa, anche parzialmente, mentre Direzione e Azienda chiedono il ritorno di tutti in redazione. Lo smart working, scrive il Cdr, è stato utilizzato “per fare un giornale di qualità anche nei momenti più complessi degli oltre due anni di pandemia”.
Più in generale la protesta è dovuta al “pessimo stato delle relazioni sindacali con l’Azienda: i giornalisti del Corriere sono ancora in attesa di conoscere i dettagli industriali della fusione tra Rcs Mediagroup spa e Rcs Edizioni locali, che l’Azienda, in una comunicazione al Cdr, al momento ha posticipato”.
Al termine dell’assemblea del 29 settembre al Cdr era stata affidata anche la decisione di effettuare cinque giorni di sciopero.
Lunedì 3 il Cdr ha incontrato il Direttore Fontana e dopo l’incontro la Direzione ha scritto un ordine di servizio che dispone a il ritorno di tutti in redazione a partire dal 17 ottobre. Ma il Cdr, che aveva avviato la vertenza nei confronti del Direttore, ha scelto, in questa fase, di indicare come obiettivo solo l’Azienda, guidata da Urbano Cairo.
Sul giornale del 6 e 7 ottobre, scrive ancora il Cdr ai lettori “troverete le firme dei collaboratori, molti pagati a pezzo e al minimo contrattuale, che altrimenti perderebbero la loro retribuzione”.
Il cdr ha deciso a maggioranza: la rappresentante sindacale eletta dell’Ufficio romano di corrispondenza, Margherita De Bac non firma i comunicati di questa vertenza, in particolare perché contraria all’utilizzo dell’arma-sciopero..
L’editore Cairo ha risposto sul giornale al Cdr, senza accettare per ora un contraddittorio diretto: “La fusione per incorporazione di Rcs Edizioni Locali in Rcs MediaGroup rappresenta un passo importante di valorizzazione delle edizioni locali, che avranno modo di partecipare con maggiore coinvolgimento alla vita della Azienda e contribuiranno meglio, con questa nuova organizzazione, alla qualità e alla completezza informativa del Corriere della Sera. L’Azienda ribadisce inoltre che i contenuti indipendenti, autorevoli e di qualità del Corriere della Sera sono il risultato di una tradizione di lavoro in presenza che valorizza il confronto, il dibattito e lo scambio di opinioni tra i giornalisti. Per questo l’Azienda ritiene che, dopo un periodo di emergenza in cui lo smart working ha funzionato, sia ora il momento di tornare al modello lavorativo in presenza. Infine si ricorda che il Corriere può contare su una redazione di 470 giornalisti dipendenti a cui si aggiunge un parco di collaboratori di oltre 1.700 persone, risorse fondamentali che contribuiscono alla qualità informativa quotidiana, e verso cui l’Azienda nutre il massimo rispetto”.
(nella foto, la prima pagina del Corriere della Sera del 6 ottobre)