Sciopero immediato. I giornalisti de la Repubblica hanno letto l’intervista del Direttore Maurizio Molinari a Prima Comunicazione, il Comitato di redazione, dimissionario, ha convocato un’assemblea e l’assemblea ha votato l’astensione dal lavoro il 28 ottobre e l’astensione dalle firme. Con 229 voti a favore, 7 contrari e 14 astenuti. 

Questo il comunicato: “L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica è incredula e sgomenta per le dichiarazioni del direttore Maurizio Molinari, che costituiscono un’offesa all’intero corpo redazionale. Un sommario Piano di riorganizzazione editoriale viene raccontato in un’intervista senza che sia mai stato presentato, nei suoi dettagli e nelle sue implicazioni, alla redazione, come invece le corrette procedure sindacali imporrebbero. La richiesta al direttore di esporre in assemblea il suo Piano perché venga poi votato – che ribadiamo – è stata dunque ignorata. La richiesta della redazione al direttore e all’editore di dare risposte immediate ai gravi problemi del momento, a partire dal calo di vendite in edicola, è stata ignorata. L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica si oppone categoricamente al trasferimento da Roma a Milano della redazione di Affari&Finanza. L’assemblea indice anche una giornata immediata di sciopero che investirà l’intero corpo redazionale e tutte le piattaforme informative, secondo le modalità decise dal Comitato di redazione. Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica non firmeranno i loro contenuti editoriali di qualsiasi tipo e su qualsiasi piattaforma informativa fino a quando non riceveranno risposte concrete e convincenti, in assemblea e nelle sole sedi deputate al confronto”.

L’intervista apre il numero di Prima di ottobre. Foto del Direttore in copertina, titolo: “La spallata di Molinari”. Sommario: “Spazio al digitale e al Seo per un giornale sempre più attento alle preferenze dei lettori. Una squadra di specialisti si dedicherà all’edizione cartacea. Attenzione al target dei più giovani. E la voglia di diventare il referente dell’Italia progressista”. La “rivoluzione” di Molinari si basa sul “digital first”, come “base organizzativa e produttiva della redazione”. Due vicedirettori, Francesco Bei e Carlo Bonini, saranno i sovrintendenti di una separazione tra digitale e carta: il primo ha la delega per i contenuti della carta, l’altro quella per il digitale, mentre una squadra di deskisti “scelti” selezionerà i contenuti da pubblicare sul giornale. Molinari ricorda che questo è il modello praticato dal New York Times e da Le Monde. 

Sostiene il direttore: “E’ prevista una continua indicizzazione dei contenuti, per intervenire rapidamente e costruire un’offerta informativa in linea con le preferenze dei lettori. Il nostro obiettivo è di intervenire in tempo reale, più volte al giorno, utilizzando i dati che raccogliamo sui nostri siti, sulle app, sui motori di ricerca e sui social. Se usi bene in tempo reale il Seo, il giornale diventa responsive, dinamico”. L’apparato digitale, insomma, monitora l’interesse dei lettori e propone contenuti in base alle scelte rilevate. Il lavoro organizzativo è affidato all’ufficio del capo redattore centrale di cui è responsabile Giancarlo Mola. L’autonomia delle redazione nelle scelte e nella gerarchia delle notizie passa in secondo piano e le decisioni vengono delegate ai clic.

Professione Reporter

Leggi anche:

Repubblica, Molinari riorganizza e il Cdr protesta: “Prima assumere i jobs act”

LASCIA UN COMMENTO