Dieci piccoli licenziamenti all’americana. Sono quelli dei giornalisti che lavoravano al Sunday Magazine del Washington Post, il quotidiano che fece dimettere il presidente Nixon con lo scandalo Watergate e che appartiene dal 2013 a Jeff Bezos, patron di Amazon.
Sally Buzbee, prima direttrice donna della testata in 144 anni di storia, ha annunciato la chiusura mercoledì 30 novembre. Nello stesso giorno, ha scritto una mail ai dieci dello staff per comunicare che le loro posizioni erano state eliminate: “Apprezziamo profondamente il contributo che avete dato negli anni ai nostri lettori dell’edizione stampata. La decisione non riguarda la qualità del vostro lavoro, ma i venti economici contrari. Prendo in pieno la responsabilità di questa chiusura”. Buzbee non ha offerto ai dieci giornalisti altri ruoli nel giornale.
anni di carriera
Il sindacato interno al Post ha rilasciato una dichiarazione violenta contro la mossa: “Siamo indignati. Questi talentuosi giornalisti hanno dedicato anni della loro carriera all’organizzazione, producendo storie potenti, vincendo premi nazionali, dando ai lettori una dose settimanale di intuizioni, creatività e gioia”. “Non ci sono giustificazioni per i licenziamenti in un anno in cui il Post ha fatto un numero record di assunzioni”, ha detto Sarah Kaplan, responsabile del sindacato.
condomini e orologi
Sunday magazine del Washington Post era uno degli ultimi magazine di carta, con quelli del New York Times e del Boston Globe. Usciva nell’attuale forma dal 1986, ma il Post ha un inserto domenicale da sessant’anni. L’ultima copia sarà in vendita il giorno di natale, 25 dicembre: “Continua la nostra trasformazione digitale. I contenuti saranno trasferiti nella Style Section, che lanceremo nei prossimi mesi”, ha detto Buzbee. “Da una parte sono spariti gli annunci pubblicitari di condomini e orologi costosi, che facevano da corona agli articoli del Magazine. Dall’altra i giornalisti interessanti all’opportunità di scrivere pezzi di ampio respiro, ora possono farlo negli infiniti spazi dell’online”, ha detto Bill Grueskin, professore della Columbia Journalism School.
Nella sua storia il Magazine del Washington Post ha vinto due Premi Pulitzer. Nel 2008 per una storia su un violinista di classe mondiale che suonava in una stazione della metropolitana piena di pendolari indifferenti. Nel 2010 per un pezzo sui genitori di diversi ceti sociali che accidentalmente hanno ucciso i loro figli dimenticandoli in auto.